Il mercato della distribuzione auto è cambiato profondamente, soprattutto negli ultimi cinque anni. Lo conferma uno studio del 2013 di Quintegia, società impegnata in questo settore attraverso l’attività di ricerca, formazione e intelligence. Sono due, in particolare, i punti che emergono da questa indagine: la sempre più rapida contrazione delle reti di vendita, causata dalla crisi economica, e la scelta di diventare multibrand operata da molti dealer. Questi ultimi, infatti, hanno dovuto rivedere il proprio modello di business, in passato concentrato quasi del tutto sulla vendita del nuovo e sulla certezza di poter reggere la propria attività su un unico brand, o sul mandato di una sola Casa.
L’indagine di Quintegia ha analizzato l’evoluzione delle reti di vendita dal 2002 ad oggi, con una proiezione fino al 2017. Tre gli elementi considerati: le ragioni sociali, cioè il numero di aziende presenti sul mercato, i mandati e i cosiddetti franchise points, ossia il numero dei brand all’interno delle sedi fisiche. Questi elementi, in termini quantitativi, stanno avendo e avranno sempre più un calo importante. Un esempio? Nel 2002 le aziende erano 3.450, nel 2012 sono diventate 2.250 e nel 2017 diventeranno appena 1.500. “In pratica – osserva Luca Montagner, responsabile dell’attività di ricerca di Quintegia – dal 2002 al 2017 un’azienda su tre è destinata a scomparire”.
Ma il settore della distribuzione sta anche andando sempre più verso il cosiddetto “multimarchismo”: dal 2009 a oggi, sempre più imprenditori sono diventati multibrand per affrontare la crisi. Per gli specialisti, poi, il trend è ancora più marcato: quasi il 50% dei dealer Audi, Mercedes e Bmw ha anche altri marchi, spesso anche generalisti. “Per il bene della filiera – conclude Montagner – le Case dovrebbero mettere meno barriere al fenomeno del multibrand. Anche perché oggi il consumatore matura buona parte della scelta d’acquisto sul web, che in un certo senso è multibrand per definizione”.