Il post-vendita rappresenta sempre più un’opportunità per i concessionari. La conferma arriva da uno studio condotto nel 2013 da Gipa, società di ricerche di mercato specializzata nel settore automotive e osservatorio del post-vendita. In base a questa indagine, lo scorso anno le visite in officina sono calate, ma la spesa media per intervento ha retto bene. Altro dato positivo: il parco auto italiano sta invecchiando e si prevede che nei prossimi anni sempre più automobilisti entreranno in un’officina. Insomma, se è vero che la crisi ha toccato anche l’aftersales, questi dati mostrano che il business sta reggendo molto meglio rispetto alla vendita. E perciò è particolarmente appetibile per i concessionari.
“Nel corso del 2013 – spiega Marc Aguettaz, managing director di Gipa – le visite nelle officine sono calate dell’8,8% rispetto al 2012 ma, considerando unicamente le officine dei concessionari, il saldo negativo è solamente del 5,5%“. Mentre per quanto riguarda la spesa media per intervento, si è passati dai 264 euro del novembre 2012 ai 250 euro dello stesso periodo del 2013. Un calo leggerissimo che si ricollega agli sforzi dei dealer per promuovere offerte mirate su tagliandi e manutenzione.
C’è anche da dire che l’atteggiamento dell’automobilista è cambiato rispetto al passato. La crisi economica, infatti, ha spinto a rinviare le operazioni di manutenzione preventiva e a rivolgersi a un’officina solo se il guasto è appurato. Tuttavia, ciò che gradisce maggiormente il cliente è un lavoro ben fatto. Ed ecco perché i concessionari devono sfruttare la leva dell’assistenza a proprio vantaggio. Tenendo bene a mente questi dati di fatto: le vendite del nuovo, dall’inizio della crisi a oggi, sono calate 45% mentre, nello stesso periodo, i passaggi in officina sono diminuiti solamente del 9%.