Un’analisi condotta a livello mondiale da AlixPartners mette a nudo l’industria auto e la mobilità. È stata presentata nei giorni scorsi a #FORUMAutoMotive, manifestazione promossa a Milano dal giornalista Pierluigi Bonora con l’obiettivo di dare una forte scossa ai protagonisti della mobilità a motore. Interessanti e molteplici gli spunti emersi dallo studio condotto dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners, intitolato significativamente “Nutrire la mobilità del futuro”.
Spicca in particolare la conferma che il calo delle vendite di auto registrato negli ultimi anni sia dettato dall’avanzare di nuove forme di mobilità e dalla disoccupazione dei giovani, sempre più disinteressati nei confronti delle quattro ruote. Da questo punto di vista, la ricerca di AlixPartners sull’industria auto e la mobilità è molto chiara: in Italia il 34% dei giovani di età compresa tra 18 e 29 anni indica che un contratto di lavoro stabile potrebbe indurre all’acquisto di un’auto nuova. L’attuale ritardo nel raggiungimento della stabilità lavorativa e nel concepimento dei figli contribuisce con decisione a ridurre l’appeal del bene auto per la cosiddetta generazione “N”, ossia “Neutral about Driving”.
Per il 43% dei giovani italiani il fattore economico è decisivo per le scelte di mobilità, mentre il 42% preferirebbe investire una vincita di 30mila euro in risparmio anziché spenderla. L’interesse di questa fascia di popolazione si concentra soprattutto sui prodotti di elettronica di consumo come gli smartphone, mentre le nuove tecnologie video come Skype riducono le necessità di spostamento, consentendo di evitare il traffico e costi di mantenimento del mezzo. Risultato: oggi l’auto non viene più percepita come sinonimo di libertà, ma cresce sempre più il ricorso al car sharing. Negli ultimi due anni questa formula ha spopolato anche in Italia, dove oggi è presente in 11 città, con 220mila utenti e 3mila auto complessive. Un trend che continua ad essere in ascesa.