“Durante questi giorni abbiamo preferito tacere e nel frattempo capire e raccogliere elementi”. Lo ha dichiarato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, in relazione al cosiddetto “Dieselgate”, che sta ponendo grandi interrogativi anche in termini di gestione della concessionaria. Il caso è scoppiato negli Usa, propagandosi rapidamente negli altri mercati sui quali è presente la multinazionale. In Italia Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture per sostituire il software incriminato dai motori TDI EA 189 Euro5, inviando una comunicazione ai clienti “nei prossimi giorni”.
“Gli interessi in gioco sono enormi – chiarisce Pavan Bernacchi – perché parliamo del secondo produttore mondiale di autoveicoli che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone che, con l’indotto allargato, diventano milioni. È vero, qualcuno ha giocato sporco, ha truffato, ma è importante dire che le parti lese sono i clienti, gli Stati, ma anche i dipendenti del gruppo tedesco onesti, quasi la totalità, e i concessionari”. Detto questo, il numero uno di Federauto confida nelle “soluzioni che verranno messe in campo d’ora in avanti” perché, afferma, “la bontà di un’azienda si misura proprio quando deve affrontare un grosso problema”.
Gli fa eco Maurizio Spera, presidente dei concessionari VW e Audi: “Sono sicuro che le preoccupazioni espresse dalla clientela possano essere superate attraverso l’identificazione delle autovetture coinvolte, oltre alla comunicazione da parte del costruttore della soluzione tecnica che si intende adottare per regolarizzare le emissioni nel rispetto delle normative vigenti. Il tutto gratuitamente, è importante ricordarlo, anche se superfluo. Il fatto grave rimane, ma – assicura – sapremo affrontare la situazione e risolverla nel migliore dei modi”.
Il rischio, infatti, è di mettere in difficoltà le reti di distribuzione e di assistenza del Gruppo tedesco, con ripercussioni sulla gestione della concessionaria come pure di molte aziende nazionali della componentistica. Il presidente di Federauto invita a mantenere la massima fiducia nei confronti dei concessionari del Gruppo di Wolfsburg. “Ritengo che la storia del Gruppo Volkswagen – conclude Pavan Bernacchi – non possa essere cancellata da una truffa posta in essere da un numero esiguo di dipendenti e manager, che vanno licenziati in tronco. I veicoli del gruppo teutonico sono affidabili, di qualità, dotati dei più moderni dispositivi di sicurezza. Certo ci vorrà tempo ma il management e i dipendenti onesti sapranno riconquistare la fiducia del mondo e dei clienti”.