(Abbiamo chiesto ad Alessandro Campello, coordinatore del gruppo giovani di Federauto, di raccontarci in prima persona le impressioni raccolte al Salone di Ginevra 2016)
Che il Salone di Ginevra 2016 sarebbe stata una edizione particolarmente di successo si intuiva. Lo avevano preannunciato il 1.800.000 di visite online, le 20mila pagine visualizzate e il successo riscontrato nei principali social media già nei giorni prima dell’apertura. Ottantasei edizioni, 700mila visitatori paganti, 10mila addetti al settore, 200 espositori di 30 paesi diversi con 106mila mq espositivi rendono ormai questo palcoscenico l’unico vero appuntamento in Europa.
STRAPOTERE ITALIANO
FCA si presenta dopo un mese record (50mila auto immatricolate e quasi il 30% di quota di mercato in Italia) con nuovi modelli pronti ad aggradire il mercato. Dalla Tipo cinque porte e station wagon alla 124 e soprattutto a Giulia, il modello che segna il rilancio e l’inizio di un cambiamento radicale per Alfa Romeo. Quello dei Suv è il segmento in cui tutti stanno puntando. Al Salone di Ginevra 2016 ce ne sono di ogni dimensione, marchio, nazionalità e tipo di propulsione. Tra tutte, la regina incontrastata è Levante, primo Suv della Casa del Tridente. Degni di nota perché precursori del genere dei fuoristrada cabriolet, Land Rover e Volkswagen, che presentano rispettivamente Evoque e T-breeze.
UN OCCHIO ALLE SPORTIVE
Non si può fare a meno di citare le super sportive: l’Aston Martin DB11 usata da 007, la nuova Bugatti Chiron da 2.400.000 euro, Koenigsegg Regera che raggiunge i 400 km/h in 20 secondi, Lamborghini Centenario (modello in edizione limitata per il centenario di Ferruccio Lamborghini) e Ferrari GTC4 Lusso 4×4 della Casa di Maranello.
LA RIPRESA SI TOCCA
Ad ogni modo la vera novità, per quest’anno, è senza dubbio l’aria e il rinnovato entusiasmo che si respira. Dopo molto tempo ho rivisto negli occhi delle persone presenti la passione e l’amore per l’automobile che si erano perse durante la crisi. Se l’auto fosse un semplice mezzo di trasporto non ci sarebbero venditori ma commessi, non ci sarebbero piloti ma conducenti. Penso valga la pena tenerlo in mente perché quello dell’auto è un bellissimo mondo.
(a cura di Antonella Pilia)