Nel primo semestre del 2016, l’Italia si è confermata la “locomotiva” europea. Così Gianandrea Ferrajoli, coordinatore di Federauto Trucks, commenta i risultati del mercato dei veicoli industriali e commerciali in Europa a giugno 2016 e nei primi sei mesi dell’anno. Risultati che mettono in evidenza le ottime performance del mercato italiano rispetto agli altri Paesi europei.
DATI DI MERCATO
La domanda di veicoli industriali e commerciali, in Europa, a giugno 2016 ha toccato un +13,3% rispetto al giugno 2015. Le immatricolazioni totali sono state 223.519 e il mercato porta il segno più per il diciottesimo mese consecutivo. La crescita riguarda tutti i principali Paesi europei: l’Italia è capofila con un +29,9%, seguita da Spagna (+14,5%), Germania (+11,3%) e Francia (11,1%). La Gran Bretagna, con un tenue +2,8%, fa presagire un cambio di tendenza in seguito alla Brexit. Nel primo semestre, invece, il mercato europeo ha segnato un incremento complessivo del 13,5% per un totale di 1.170.263 unità. Sempre dall’Italia arriva il contributo più corposo (+30,8%), seguita a distanza da Spagna (14%), Francia (12,7%), Germania (10,4%) e Gran Bretagna (3,6%).
IL COMMENTO DI FEDERAUTO
“Il primo semestre del 2016 – sottolinea Ferrajoli – si chiude con un bilancio altamente positivo. L’Italia si è confermata la ‘locomotiva’ europea, giacché traina da 18 mesi l’incremento ininterrotto, sempre con risultati oltre il 20% e con punte che oltrepassano abbondantemente il 30%”. Tuttavia, secondo il coordinatore di Federauto Trucks bisogna procedere con cautela. Lo impongono diversi fronti aperti, a cominciare dall’uscita dall’Ue della Gran Bretagna, che non ha ancora prodotto conseguenze precise. Mentre, restando in Italia, occorre verificare “le nostre reiterate richieste al Governo di approntare un Piano Nazionale Trasporti”.
SERVONO CONTROMISURE
Urgono dunque “decise contromisure” che chiamano all’appello tutti gli attori del mercato. “Finora – conclude il coordinatore di Federauto Trucks – l’Europa ha costruito un esempio virtuoso di crescita, ma non vorremmo che mutasse il trend e ci trovassimo alle prese con il fenomeno di arretramento delle immatricolazioni che da tempo si sta registrando negli USA” (che nel primo semestre 2016 ha registrato un disastroso -34,5%, ndr).