È passato più o meno indenne attraverso il periodo di forte recessione economica avviatosi dopo il 2007. Occorre però operare una distinzione. Se infatti accanto alla voce “mercato indipendente ricambi auto” i numeri indicano una crescita interessante, tale da sostenere addirittura quella complessiva del comparto, un discorso diametralmente diverso interessa la rete ufficiale, ossia quella che fa capo alle case costruttrici.
VIDEO: INTERVISTA A MARC AGUETTAZ, AMMINISTRATORE DELEGATO DI GIPA ITALIA
“In questi anni di crisi gli indipendenti hanno approfittato della chiusura dei concorrenti, delle officine autorizzate dei concessionari, per incrementare il fatturato, ‘mangiando” una quota sempre maggiore della ‘torta”, anche se questa torta era leggermente più piccola – ha commentato Marc Aguettaz, a.d. GiPA Italia, che abbiamo incontrato a Milano in occasione di un incontro di avvicinamento al prossimo Autopromotec -. Può sembrare sorprendente, ma è così”
Mentre la rete dei costruttori soffriva le conseguenze legate al calo dell’immatricolato, il mercato dell’aftermarket si muoveva in modo tale da toccare oggi, in termini di fatturato, “livelli nell’ordine del 5/10% inferiori rispetto a quello che osservavamo nel 2007-2008″, ha aggiunto.
QUEL “VUOTO” PERICOLOSO A CUI GUARDARE
Un focus particolare riguarda la situazione del parco veicolare circolante in Italia. “Prendendo a riferimento il 2007 – ha ripreso Aguettaz -, conta oggi circa un milione e mezzo di vetture in più rispetto a prima della crisi (dalle 30.434.232 del 2007 alle 31.756.428 del 2016, NdR), ma l’evoluzione delle immatricolazioni, in ripresa, gli sta facendo assumere una conformazione molto particolare”, che penalizzerà in prospettiva le macchine con un’anzianità compresa tra 5 e 9 anni.
“Nel 2020 avremo molte più macchine recenti, con meno di 3 anni”, ha sottolineato l’amministratore delegato di GiPA Italia, commentando una delle slide presentate in esclusiva in occasione del meeting con la stampa.
Quanto invece al “vuoto” di cui sopra, “sarà sicuramente una delle sfide più importanti per il settore dell’assistenza. Quelle con 5-9 anni di vita sono infatti le vetture che spendono di più. Ci sarà quindi da battersi per andare a cercarle”.
La situazione tratteggiata, ha sottolineato Aguettaz, porta con sé un’altra conseguenza molto importante. “Da ‘ieri’ i costruttori e i concessionari sono impegnati a garantirsi la fedeltà massima rispetto alle macchine di quella fascia d’età”.
La chiusa della riflessione è affidata a un consiglio: “L’unione fa la forza sempre di più, perché oggi le sfide tecnologiche e gli investimenti necessari su tutti i fronti sono tali che da solo si fa una gran fatica a andare avanti”.