Sono indispensabili almeno quanto lo erano vent’anni fa, sebbene troppo care. Il futuro delle auto non è messo in discussione in nessun angolo del globo. Anche se alcune piccole differenze si possono registrare. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Auto Findomestic 2017 che, dopo aver tracciato l’andamento generale del mercato automotive globale, si è poi soffermato sulle preferenze degli automobilisti.
INDISPENSABILI, PIU’ DEI CELLULARI
L’automobile gode di una popolarità attuale più forte rispetto al passato. Con tassi di motorizzazione in piena espansione, non sorprende che i consumatori dei Paesi emergenti attribuiscono all’automobile una posizione almeno altrettanto importante (95%), se non addirittura più importante (68%) di vent’anni fa.
Ma, altra sorpresa, in Europa e negli Stati Uniti sono dello stesso avviso rispettivamente il 49% e il 43% degli intervistati. Con quasi un quarto dei giapponesi in controtendenza, convinto che oggigiorno l’auto sia meno necessaria rispetto a vent’anni fa.
NON PIÙ STATUS SYMBOL
In giro per il mondo l’amore per le auto supera anche quella per gli smartphone. Nei Paesi sviluppati ottiene il punteggio migliore: 6,7 contro 6,3 per il cellulare e 5,9 per la televisione. Nei Paesi emergenti, il cellulare ha la meglio di poco.
Una cosa è chiara: l’auto non è più un indice di successo sociale. Ma allora che cosa alimenta questo stretto legame con la quattro ruote? Per il 90,7% del campione, la vettura è sinonimo di libertà. La stessa percentuale di intervistati lo reputa indispensabile per svolgere una serie di commissioni pratiche. Il risparmio di tempo è invece al terzo posto, mentre non passano inosservati i costi legati al suo mantenimento (per il 92,3% troppo elevati).
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IL FUTURO DELLE AUTO
Ma questo non è di certo un freno all’acquisto. L’Osservatorio Findomestic, infatti, analizza anche le intenzioni degli automobilisti nei prossimi due anni. Oltre 9 su 10 intervistati hanno intenzione di spendere una somma almeno pari a quella spesa per il loro veicolo attuale e 6 su 10 sono pronti a tirare fuori dalla tasca anche di più.
Le intenzioni più moderate emergono in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti, dove “solo” il 47% degli intervistati intende spendere di più. Nei Paesi emergenti, e soprattutto in Cina, dove la generazione dei primi acquirenti entra nella fase del rinnovo, l’aumento di gamma è anch’esso evidente. Il 93% dei cinesi, d’altra parte, dichiara di essere pronto a rompere il salvadanaio per farsi un regalo mentre il 78% dice di voler spendere di più.
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