Dopo un’estate positiva, il mercato dell’auto 2018 subisce una fragorosa battuta d’arresto. Se il mese di agosto aveva visto un andamento confortante, a settembre in Italia si è registrato un pesante calo delle immatricolazioni: precisamente il -25,3%, con 124.976 unità, contro le 167.469 unità di dodici mesi fa.
Un bilancio negativo a doppia cifra, che fa comparire il segno meno anche davanti al dato complessivo dell’anno (gennaio-settembre 2018): -2,8% rispetto allo stesso periodo del 2017 (1.491.261 contro 1.534.349).
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MERCATO DELL’AUTO: LE RAGIONI DEL CALO
Un aspetto da sottolineare è certamente il passaggio dal ciclo di omologazione NEDC al WLTP, decisamente più severo e promosso a livello globale per rendere più reali i dati dei consumi e delle emissioni dichiarati dalle Case. La scadenza del primo settembre ha spinto in alto le immatricolazioni estive, portando allo stesso tempo conseguenze negative su quelle del mese appena trascorso. Ma è solo questo? Certamente no.
“A nostro avviso il mese ha iniziato a mostrare i segnali di caduta della domanda, per un evidente effetto di retroazione legato ai provvedimenti antismog assunti nella macro-area padana e non solo, comunque con una forte eco a livello nazionale” ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto.
Non a caso, a settembre, le immatricolazioni delle auto diesel sono calate del -38,3% (attualmente rappresentano il 53% del mercato), mentre, al contrario, la spinta verso il green è forte: difatti, le alimentazioni delle auto ibride e delle auto elettriche sono cresciute del 35% nei primi 9 mesi dell’anno.
LA SPINTA DELLE KM 0
Analizzando il mercato dell’auto per canali di vendita, l’ultimo mese ha evidenziato un trend negativo su tutti i target: le vendite ai privati sono calate del -16,1%, le società del -34,2%, e anche il noleggio, settore di grande interesse per i concessionari, ha fatto segnare un -38,3%.
Tornano in auge, invece, le auto km 0, che a settembre hanno rappresentato il 18% delle immatricolazioni (fonte: Dataforce). La crisi, però, non c’entra. Anzi, ormai sembra essere un lontano ricordo.
“La sensazione che abbiamo – conclude il presidente di Federauto – ci fa pensare che il crollo delle immatricolazioni sia strettamente legato alle dinamiche specifiche del mercato, per via della normativa anti inquinamento e del disorientamento creato dalle misure restrittive alla circolazione sin qui adottate ed annunciate, con il risultato finale di indurre la clientela in confusione”.