Ce lo aspettavamo tutti, ma leggere questi numeri fa comunque impressione: il mercato dell’auto ad aprile è calato del 97,55% rispetto ad un anno fa, con sole 4.279 auto immatricolate (fonte: Ministero dei Trasporti). Con le concessionarie chiuse, le fabbriche in stop forzato e il lockdown durato tutto il mese, il comparto delle quattro ruote ha toccato i minimi storici.
In totale, nei primi quattro mesi dell’anno, si parla di un calo di oltre il 50%. Certo, il maggiore responsabile di questa caduta libera è senza dubbio il Covid-19, ma si tratta di un mercato che mostrava già segni di sofferenza nel primo bimestre del 2020.
Approfondisci: quali sono le prospettive dopo il lockdown? Il punto con Federauto
PRIVATI E NOLEGGIO
Andando ad analizzare i singoli canali di vendita, i privati hanno fatto registrare un crollo del -97,8%, il noleggio del -97,3% (con, in pratica, un azzeramento del noleggio a breve termine), e le società, allo stesso modo, una diminuzione del -96,9% rispetto allo scorso anno (fonte: Unrae).
E le prospettive per i prossimi mesi sono di una ripartenza graduale: da ieri, infatti, i dealer hanno riaperto (scopri qui le regole da seguire), ma certamente la domanda di acquisto di auto, nella fase di restart, non potrà certo essere brillante. Attanagliate dalla crisi di liquidità determinata da due mesi di lockdown, le concessionarie hanno necessità di ottenere misure di sostegno per risollevarsi.
UN MERCATO GIÀ MALATO
Siamo infatti di fronte ai numeri di un mercato dell’auto che già prima del Coronavirus era in difficoltà. A gennaio e febbraio 2020, prima dell’avvento del Covid, le vendite dell’automotive erano già calate del -7,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.
A pesare su questo dato erano stati diversi fattori: in primis, lo stato della nostra economia, con un Pil tutt’altro che brillante, poi l’incertezza sullo sviluppo delle alimentazioni alternative e delle relative infrastrutture e, non ultima, la demonizzazione del diesel, con i blocchi del traffico che a inizio anno hanno coinvolto (in maniera decisamente insensata) anche le auto Euro 6.
INTERVENTI DEL GOVERNO? UNA NECESSITÀ
Tutte le associazioni dell’automotive (Anfia, Unrae, Federauto, Aniasa) si sono allineate per chiedere misure urgenti del Governo, da attuare per rilanciare la domanda: proposte che, come sottolineato nelle settimane scorse da Unrae, spaziano dall’estensione dell’ecobonus alla revisione della fiscalità e sono finalizzate a spingere il rinnovo del parco circolante.
Adesso, ha spiegato il presidente di Unrae Michele Crisci, c’è “la necessità di un’accelerazione da parte del Governo, che faccia immediatamente seguire azioni efficaci alle proprie buone intenzioni: serve un decreto verticale, con misure specifiche per il settore automotive”.
SPINTA ELETTRICA?
L’auto elettrica potrà essere protagonista della ripartenza? A questo proposito le opinioni sono discordanti: secondo alcuni pareri il Covid determinerà un rallentamento dell’elettrificazione (leggi il nostro approfondimento), mentre secondo altri punti di vista il ricorso allo smart working e i conseguenti minori spostamenti potranno favorire l’uso dell’auto a zero emissioni. Fatto sta che a marzo gli EV avevano addirittura fatto segnare una crescita, mentre ad aprile il calo delle loro vendite è stato contenuto rispetto a quello delle altre alimentazioni.
Nel mese sono state immatricolate 500 auto elettriche, -58% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una quota di market share del 12%. Se sarà spinta elettrica oppure no, lo vedremo con maggiore chiarezza nei prossimi mesi.