Segno più rispetto al 2020, ma ancora segno meno rispetto al 2019. Il mercato dell’auto continua a soffrire la mancanza di incentivi sulle categorie di vetture più popolari e la crisi dei semiconduttori: fatto sta che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha reso noto che a giugno il settore ha totalizzato 149.438 immatricolazioni di auto nuove, -13,2% rispetto allo stesso mese del 2019 e +12,6% rispetto a giugno 2020.
Secondo Federauto, come spiega il presidente Adolfo De Stefani Cosentino, “il risultato di questo mese, aggravato anche dalla crescente mancanza di prodotto per effetto della crisi dei semiconduttori, non riesce a compensare la perdita di quasi 200.000 vetture sul periodo gennaio-giugno 2019: il mercato resta asfittico e i nuovi ordini in calo”.
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MERCATO DELL’AUTO A GIUGNO 2021: CANALI E ALIMENTAZIONI
Analizzando i canali, giugno fa segnare un -8,4% per i privati (rispetto al 2019), con una rappresentatività sul mercato che giunge al 61,9% nel primo semestre di quest’anno; le società registrano un -32,6% mentre la loro quota si attesta al 13,9%. Anche le vetture del noleggio (a breve e lungo termine), rispetto al pre Covid, continuano il trend negativo, complessivamente pari a -8,6% su giugno 2019 e una quota del 24,2% da gennaio a giugno.
Dal punto di vista delle alimentazioni, benzina e diesel proseguono il calo dei volumi e le quote di rappresentatività si posizionano rispettivamente nel mese a 30,4% e 22,3% e nel periodo gennaio-giugno 2021 a 32,3% e 23,9%. La quota delle vetture GPL arriva a 8,2% nel mese e 6,4% nel primo semestre 2021, mentre il metano rappresenta il 2,4% nel mese e il 2,3% nei primi sei mesi dell’anno.
Sul fronte dei veicoli elettrificati, le vetture Mild Hybrid e Full Hybrid rappresentano il 27,6% sia nel mese che nel cumulato, mentre le ibride ricaricabili (Phev) raggiungono il 4,4% nel mese e il 4,1% nei primi sei mesi 2021; infine le auto elettriche arrivano al 4,7% nel mese e 3,4% nel cumulato.
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LE PROPOSTE DI FEDERAUTO
Federauto è stata invitata al Tavolo Automotive presso il Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 23 giugno, per tracciare il futuro del settore. Ecco i punti salienti, sintetizzati da Adolfo De Stefani Cosentino.
Neutralità tecnologica
“La fase è complessa e per affrontare il passaggio verso la decarbonizzazione dei trasporti, senza ricadute negative sull’universo delle imprese della filiera e degli automobilisti, serve sano pragmatismo e non interventi a singhiozzo. Certamente la mobilità elettrica ed elettrificata è destinata a conquistare sempre maggiore spazio nei prossimi decenni ma non è pensabile risolvere il problema dell’impatto ambientale solo con i veicoli a batteria e fissando una data per il blocco definitivo alla commercializzazione di auto a benzina e diesel nel nostro Paese. Credo che un approccio inclusivo basato su tutte le tecnologie intermedie ecosostenibili, altamente performanti dal punto di vista della riduzione delle emissioni in atmosfera, unitamente alla rottamazione dei veicoli più datati, sia la chiave per gestire la sfida della transizione ecologica”.
Rifinanziare gli incentivi per la fascia 61-135
“Per favorire il rinnovo del parco auto, con un’età media tra le più elevate in Europa (11,5 anni contro 9 di Francia e Germania) e tamponare gli effetti negativi sul mercato dell’epidemia Covid-19, occorre il rifinanziamento urgente degli incentivi per gli acquisti della fascia 61-135 g/km di CO2 e la contestuale rottamazione di auto con oltre 10 anni di anzianità”.
“Auspichiamo che in sede parlamentare, nella conversione in legge del decreto Sostegni bis, il Governo voglia accogliere gli emendamenti per il rifinanziamento dei veicoli 61-135 g/km di CO2, incluso il fondo per i veicoli commerciali“ spiega De Stefani Cosentino.
Fringe benefit e allungamento dei tempi per l’Ecobonus
Altre due misure sono di fondamentale importanza, ovvero “prevedere l’adeguamento al ciclo WLTP della normativa sul fringe benefit e l’allungamento dei tempi, da 180 a 300 giorni, per completare le pratiche Ecobonus. A causa delle sospensioni e rallentamenti nelle produzioni di veicoli per carenza di microchip, il rischio è quello di non vedere riconosciuto il contributo. Si tratta, dunque, di interventi urgenti, non rinviabili per non compromettere la vera ripresa di un settore centrale per il nostro Paese e tutelare l’occupazione a tutti i livelli di filiera” conclude De Stefani Cosentino.