Assumere parenti in concessionario: è una buona idea?

concessionario-parenti-litigio

Parliamoci chiaro. Lavorare con un proprio parente, sia esso un figlio, una moglie, un suocero o una sorella, può essere una fonte di sicurezza ma anche di grande stress.

Tra la gestione delle emozioni, delle aspettative e di confini personali che spesso entrano in contrasto con quelli professionali, è facile farsi prendere dall’irritazione causando tanti, troppi litigi se non si presta la giusta dose di attenzione.

Per questo motivo, prima di assumere chiunque appartenga alla propria cerchia famigliare, è necessario prendere delle precauzioni e organizzarsi affinché le cose vadano al meglio.

Leggi anche:  Che anno sarà il 2025 per i dealer italiani?

Come gestire l’arrivo di un parente nel business del proprio concessionario?

Trattarlo come qualsiasi altro dipendente

Sicuramente il consiglio più banale, ma non per questo meno importante. Prima di assumere un parente all’interno della propria azienda è assolutamente necessario sottolineare il fatto che, per lui o per lei, non ci sono e non ci saranno favoritismi rispetto agli altri dipendenti.

Una serie di domande che un dealer deve farsi prima di inserire un membro della propria famiglia all’interno del suo business uguali a quelle di quando si approccia a un potenziale dipendente “comune”:

  • Ha le competenze per questo lavoro?
  • Come si inserirà nelle dinamiche della concessionaria?
  • Il team lo vedrà come un prezioso collaboratore?

Se, valutando le capacità del candidato, la risposta non è sempre “sì”, allora un periodo di prova all’interno dell’azienda, per testare le sue capacità lavorative e relazionali, potrebbe essere il modo migliore per togliersi ogni potenziale dubbio.

Trattando un congiunto al pari di un normale dipendente, il suo arrivo all’interno del concessionario non verrà vissuto dai team in forza all’azienda come la comparsa di un “raccomandato” ma come quello di una nuova e necessaria risorsa alle prese con la sua “gavetta”. Proprio come tutti gli altri.

Definire sin da subito il suo ruolo

Un pensiero sicuramente da evitare quando si vuole assumere un parente nel proprio concessionario è “Provo a metterlo nel reparto x e vediamo come va“.

È infatti di fondamentale importanza conoscere il know-how, le skills e le esperienze che il candidato-congiunto ha maturato nel tempo, in modo tale da poterlo inserire in una posizione lavorativa alla quale può adattarsi a dimostrare le proprie capacità al meglio.

Se un fratello, sorella, suocero o suocera ha talento nel marketing, immergerlo in un ambiente estraneo al suo background come la contabilità o il front office potrebbe essere un errore madornale.

Sapere chi si sta assumendo e in quale reparto è una delle competenze fondamentali che un buon gestore di un concessionario deve avere. Un modus operandi al quale i parenti non fanno eccezione.

Leggi anche: Customer Experience, ecco 4 esempi cui ispirarsi in concessionaria

Fargli fare un’esperienza in un’altra realtà

Quando un parente ci comunica di essere interessato nel voler entrare a far parte dell’azienda di famiglia un’ottima mossa potrebbe essere quella di “fargli fare le ossa” presso un’altra realtà lavorativa.

Il vantaggio è, una volta finito l’eventuale periodo di stage o apprendistato, quello di avere un dipendente a tutti gli effetti già formato che ha avuto modo di maturare una buona dose di esperienza e, in definitiva, già “navigato” per quanto riguarda alcune mansioni relative al lavoro in azienda.

Un parente “scafato” aiuta sicuramente quest’ultimo a guadagnare il rispetto presso gli altri dipendenti, evitando il temuto (ma comprensibile) luogo comune “È qui solo perché è un membro della famiglia.

Chiedere un’opinione esterna

Prima di “compiere l’ultimo passo” un dealer può rivolgersi a un consulente aziendale, che magari ha già avuto modo di lavorare con aziende a conduzione familiare.

Quest’ultimo può sicuramente dare un parere super partes e preciso su come l’arrivo di un parente all’interno del concessionario può influire e modificare (in positivo e negativo) le dinamiche interne. Naturalmente può essere utile parlare anche con i dipendenti più fidati, chiedendo un loro parere spassionato in merito alla questione.

Avere una prospettiva neutrale quando, per forza di cose, il lavoro e la famiglia coincidono è sicuramente un aiuto fondamentale.

Comunicare, comunicare e comunicare

In casi delicati come l’assunzione di un parente all’interno della propria attività commerciale la trasparenza è forse il valore più importante.

Tenere un dialogo aperto e sincero tra la forza lavoro, la famiglia e il proprio congiunto-dipendente aiuta creare un ambiente privo di incomprensioni, in cui tutti, nessuno escluso, si sono sentono parte integrante nel processo decisionale.

Leggi anche: Per crescere, i dealer devono mettere al centro il cliente service (con l’aiuto dell’AI)

Partecipa alla discussione

Leggi anche