Astroturfing: un pericolo concreto per i dealer e l’aftermarket

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Quante volte il nostro giudizio è stato condizionato sulla recensione di un prodotto, un ristorante o di un negozio? E se vi dicessimo che un terzo di quei commenti più o meno positivi sull’attività commerciale che avete cercato su Google sono completamente falsi?

Questo fenomeno, che con l’avvento di internet ha conosciuto un vero e porprio exploit, ha un nome: Astroturfing.

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Si tratta di un termine, coniato per la prima volta negli Stati Uniti verso la metà degli anni ’80, che indica una tecnica di marketing molto aggressivo, in grado di sfiorare per certi aspetti la propaganda, che si basa sulla creazione di consenso o disapprovazione in maniera artificiale.

Chi mette in atto questo tipo di tattica mercatistica estremamente scorretta, spesso si affida a persone terze che, a volte dietro dietro retribuzione (non molto trasparente), producono a seconda della necessità un vero e proprio bombardamento di reviews positive o negative di un prodotto o di un servizio, al fine di influenzare le scelte dei consumatori.

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I pericoli di tante, troppe recensioni false

Le online reviews contribuiscono alla credibilità e al riconoscimento del marchio, sia esso un concessionario, un officina o un fornitore di servizi per la mobilità. Sono una parte fondamentale dal punto di vista delle pubbliche relazioni e di come queste realtà commerciali si presentano ai propri potenziali clienti.

Appare quindi evidente come, il possibile dirottamento della scelta dovuto a recensioni completamene false sia un pericolo concreto anche per i dealer che per l’aftermarket.

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Un rischio che cresce ulteriormente se si pensa alle tantissime attività nate da poco e bisognose di crescere all’interno di un mercato in continua evoluzione ed estremamente concorrenziale.

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Un fenomeno in rapida espansione

L’avvento di internet, e di conseguenza della possibilità di recensire un prodotto o un servizio anche online, ha dato una spinta fortissima al fenomeno dell’astroturfing.

Oltre al troll, figura ormai famosa sul web nonché vero e proprio promotore di odio pagata per screditare qualcuno o qualcosa, negli ultimi anni si sono affacciati nuovi e pericolosi personaggi che ormai intasano il web.

In primis le ormai migliaia di profili fake, che fomentano il “pensiero comune” (spero completamente sbagliato) attraverso commenti su siti e social media.

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Esistono poi dei veri “professionisti”, chiamati proprio astroturfer. Si tratta di persone reali che, attraverso la creazioni di profili multipli e gruppi di influenza online, creano completamente a tavolino recensioni “a tappeto”, con l’obiettivo di screditare o raccomandare un’azienda o un prodotto.

Se tutto questo può sembrare ai più assurdo, basti pensare che secondo vari studi compiuti sull’astroturfing più del 30% delle recensioni che troviamo su internet sono completamente false.

Cifre che hanno costretto negli scorsi anni agenzie del calibro della Federal Trade Commission, l’agenzia americana che tutela gli interessi dei consumatori, inasprire le sue linee guida nei confronti degli inserzionisti colpevoli di pubblicare false recensioni positive manipolando il mercato.

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