Autopromotec Talk: il valore del “Made in Italy” nel post-vendita

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Si è svolto a Roma, presso il prestigioso Hotel NH Collection “Palazzo Cinquecento”, il terzo appuntamento Autopromotec Talk.

L’incontro, dal titolo “Quando ogni pezzo conta: il valore del Made in Italy nella componentistica e post-vendita automotive” ha cercato di fare luce su uno dei macro-temi che terranno banco durante il prossimo Autopromotec, che andrà in scena a Bologna dal 21 al 24 maggio 2025.

Una fiera che, giunta alla sua 30° edizione, rappresenta una delle più importanti e longeve occasioni in grado di riunire tutte le filiere merceologiche dell’aftermarket automobilistico: dai pneumatici al car service, dalle attrezzature per officina ai ricambi.

Durante l’incontro, vari esponenti di istituzioni e aziende italiane che hanno raccontato come, l’industria della componentistica italiana abbia davanti a sé una strada impegnativa, ma anche ricca di opportunità, soprattutto all’estero.

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Chi è intervenuto durante l’Autopromotec Talk?

Alessandra Pastorelli

Ad aprire le danze dell’evento promosso da Autopromotec ci ha pensato Alessandra Pastorelli, capo uff. II della direzione generale per la promozione Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

Durante il suo intervento, Pastorelli ha sottolineato l’importanza che la filiera della componentistica per l’aftersales riveste per il Made in Italy e l’export, spiegando come il contesto geopolitico imponga uno sforzo in più per sostenere alle nostre imprese.

Il ministro Antonio Tajani ha voluto uno strumento generale, che ha poi deciso di chiamare “Diplomazia della Crescita”, volto a mettere a sistema le istituzioni private e quelle che si occupano del sostegno all’internazionalizzazione delle nostre imprese. All’interno di questo progetto, il settore fieristico gioca un ruolo chiave per l’internazionalizzazione.

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Nel periodo 2012-2019 le aziende appartenenti al macro-settore tecnologia che hanno partecipato a fiere hanno realizzato un migliore fatturato del +5,4% rispetto a quelle che non hanno partecipato. Attenzione è data ai nuovi mercati, tra cui quelli sudamericani, dell’Asia e soprattutto africani, attraverso il Piano Mattei.

Il Ministro Affari Esteri, insieme ad ICE, inoltre sta mettendo a punto un programma di accelerazione delle esportazioni basato sulla raccolta di nuovi contatti professionali (lead generation) per le nostre imprese (istituzionali e privati) nei mercati esteri, attraverso una campagna di comunicazione mediatica del Made in Italy sui principali Paesi di destinazione dell‘export italiano ed emergenti.

Andrea Mattiello

Dopo Pastorelli, è intervenuto Andrea Mattiello, funzionario presso l’ufficio dei beni strumentali dell’Agenzia ICE.

Quest’ultima è un ente governativo che si occupa dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, promuovendo l’immagine dei prodotti Made in Italy nel mondo per attrarre investimenti esteri.

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ICE sta promuovendo con un progetto di sostegno mirato alla 30° edizione di Autopromotec in quanto, con oltre 1.200 espositori da tutto il mondo e un pubblico professionale atteso superiore a 100.000 visitatori, Autopromotec si conferma una piattaforma unica per l’intero ecosistema dell’assistenza automobilistica.

Gianmarco Giorda

A fare il punto della situazione, dando i numeri relativi al comparto della componentistica per l’aftermarket italiana ci ha pensato Gianmarco Giorda, Direttore Generale di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).

Un quadro decisamente positivo, dal momento che in Europa, la filiera della componentistica automotive investe ogni anno 30 miliardi di euro in R&D e registra circa 40.000 nuovi brevetti (dati CLEPA).

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In Italia la componentistica è uno dei settori di punta dell’export, con una bilancia commerciale positiva da oltre 20 anni e un avanzo commerciale superiore ai 5 miliardi di euro.

In generale, il successo dei componenti italiani a livello internazionale deriva prevalentemente dall’elevata qualità dei prodotti e dalla propensione all’innovazione delle imprese, che si caratterizzano anche per un alto grado di flessibilità nel servizio al cliente.

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Luciano Palmitessa

Dopo le istituzioni, il palco dell’Autopromotec Talk è stato occupato dalle aziende coinvolte nella filiera del post-vendita, che hanno raccontato il loro essere Made in Italy di successo.

Ad aprire le danze è stato Luciano Palmitessa, ceo di Unigom, azienda specializzata nella produzione di ricambi in gomma e gomma-mettallo per automobili.

Durante il suo interventi, Palmitessa ha spiegato come l’IAM (Independent Aftermarket) sia un pilastro strategico e resiliente dell’economia italiana, grazie al suo contributo di oltre 10 miliardi di euro di fatturato e l’impiego di 260.000 addetti.

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L’IAM si distingue dal settore OE (Original Equipment), focalizzandosi sulla manutenzione dei veicoli in uso, con numeri significativi:

  • 90.000 officine indipendenti, tra cui 20.000 generiche e 21.000 carrozzerie e gommisti
  • 800 distributori e 4.800 ricambisti
  • Un impatto economico pari allo 0,5% del PIL italiano

Il settore della componentistica italiana si trova sotto pressione a causa della concorrenza straniera. Tuttavia, alcune aziende come Unigom hanno scelto di investire nella produzione locale, promuovendo l’innovazione e la qualità distintiva del Made in Italy.

Cinzia Motta

Dopo Palmitessa, è toccato a Cinzia Motta, responsabile commerciale di OMCN, azienda produttrice di attrezzature per automotive e industria.

Motta ha ricordato come i ponti sollevatori siano, in teoria, l’attrezzatura più pericolosa che si può trovare in un’officina e come quindi sia fondamentale l’attenzione alla sicurezza. Il Made in Italy nel settore dei ponti sollevatori rappresenta un’eccellenza non solo produttiva, ma anche normativa.

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La nuova normativa europea EN1493 introduce requisiti più stringenti per la sicurezza, imponendo certificazioni di terze parti e regolamentando aspetti come la distribuzione del carico e i blocchi bracci nella configurazione a due colonne, garantendo una maggiore protezione per gli operatori.

Tuttavia, il Made in Italy è minacciato da pratiche che abusano del marchio senza rispettarne i valori, come l’importazione di semilavorati esteri trasformati superficialmente in Italia. Difendere le PMI italiane significa proteggere non solo la qualità del prodotto, ma anche l’intero sistema di sicurezza e sostenibilità, che rende il Made in Italy un modello unico al mondo.

Marco Costamagna

A proseguire con la parte legata alle normative sulla sicurezza ci ha pensato Marco Costamagna, Presidente di Federlavaggi.

Durante il suo intervento è stato sottolineato come gli autolavaggi italiani siano protagonisti anche sul fronte ESG: dai sistemi di depurazione per il riciclo dell’acqua (25 milioni di metri cubi totali) ai macchinari Industria 4.0, il settore investe in sostenibilità e sicurezza, con standard certificati dalle norme UNI EN.

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Forte di oltre 150 brevetti che proteggono soluzioni all’avanguardia, dalle spazzole ai sistemi di riciclo dell’acqua, il settore italiano si distingue a livello globale, con un 50% del fatturato orientato all’export e una presenza crescente in Europa, Medio Oriente, Africa e Far East.

Il comparto genera un giro d’affari complessivo di 2,5 miliardi di euro l’anno e una forza lavoro diretta di circa 1.000 persone, senza contare i rivenditori, gestori e operatori degli oltre 14.000 impianti attivi in Italia.

Con una media di 6 cicli di lavaggio per automobilista e punte di 18 per veicoli nuovi, l’Italia è leader europeo per densità di impianti, con uno ogni 3.000 automobilisti.

Antonio Cirillo

Antonio Cirillo, Responsabile commerciale e Marketing di Kimicar, ha raccontato come anche il settore italiano dei prodotti chimici per la detergenza e la cura dei veicoli rappresenti un’eccellenza industriale riconosciuta a livello globale, grazie alla sua qualità, innovazione e sostenibilità.

Con il più alto numero di operatori in Europa (circa 20 aziende produttrici contro le 6 della Germania, nonostante una popolazione maggiore) l’Italia si distingue per un tessuto industriale quasi interamente nazionale, con il 95% delle aziende di proprietà italiana.

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I prodotti italiani si distinguono per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, la maggiore concentrazione chimica nel prodotto rispetto alla percentuale di acqua, la sostenibilità e il rispetto delle normative ambientali, elementi che li rendono competitivi rispetto ai concorrenti europei.

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Gianni Menghini

Anche per Gianni Menghini, Presidente Meclube, il Made in Italy non è solo un marchio di provenienza, ma una filosofia unica che racconta la passione, la qualità e la creatività di un intero Paese.

Meclube rappresenta l’eccellenza italiana nella progettazione e sviluppo di apparecchi per la lubrificazione destinati alle autofficine, con l’obiettivo di migliorare e facilitare il lavoro quotidiano nei garage.

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Le aziende italiane, specialmente nel settore della componentistica e delle attrezzature, non offrono solo prodotti, ma soluzioni tecnologiche innovative che rispecchiano la flessibilità e la creatività del nostro Paese. La forza del Made in Italy risiede nella sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, trasformando ogni sfida in opportunità.

Francesca Paoli

Francesca Paoli, ceo della Dino Paoli, ha chiuso l’appuntamento raccontando come da una piccola realtà nata nel 1968, a Reggio Emilia, specializzata nella produzione di avvitatori per veicoli commerciali e da strada, l’azienda oggi rappresenti una storia imprenditoriale di eccellenza, conquistando la leadership mondiale del settore.

Dino Paoli, con sede nel cuore della Motor Valley, creò un avvitatore speciale per i meccanici che in gara dovevano sostituire le gomme a velocità eccezionali. Oggi praticamente tutte le scuderie di F1 e dei principali campionati di motorsport hanno almeno un Paoli, con il quale bruciano record su record ai pit-stop.

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Dopo aver conquistato la F1, l’azienda conquista la Nascar, perché in passato molti team Nascar, per accelerare i pit stop, avvitavano 2 bulloni su 5.

A un certo punto i piloti si sono rifiutati di continuare a correre in quelle condizioni di scarsa sicurezza e, nel 2017, Paoli è riuscita ad aggiudicarsi il tender Nascar, segnando un cambio di passo epocale in termini numerici e di tecnologia.

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