Il prezzo del metano è alle stelle. Il nuovo record di 339 euro al Megawattora nelle quotazioni del metano al Ttf di Amsterdam, il mercato di riferimento per l’Europa, fa tremare i governi del Vecchio Continente. Quali sono le ripercussioni sul mondo automotive?
Senza molti giri di parole: disastrose. Infatti in Italia le auto a metano godevano di una clientela affezionata che puntava forte sul risparmio alla pompa di rifornimento con una motorizzazione green. Infatti il metano è il carburante più green in circolazione, escludendo le auto elettriche.
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Metano “chiuso per ferie”
Il caro metano ha costretto diversi distributori a sospendere le attività. La paura è che quel cartello esposto “chiusi per ferie” possa diventare un epitaffio inciso sulla lapide delle varie stazioni di rifornimento.
Vedere il metano al prezzo di 3,50 euro al chilo non solo ha portato la temporanea chiusura di molti distributori ma uno vero e proprio stop alle vendite di nuovi modelli a metano.
Infatti sono stati tantissimi gli ordini annullati e praticamente inesistenti le nuove immatricolazioni nelle concessionarie.
Caro metano, è un arrivederci o addio?
Si spera in settembre, quando le tensioni speculative sul metano raffreddino il listino prezzi. Infatti calcolando le spese fisse, spese personale e utenze, per poter trarre profitto dall’attività di distribuzione è quanto mai un miraggio.
Se il prezzo del metano cambia addirittura da città a città è causa dei differenti contratti. Quelli più vecchi sono ancora legati a quotazioni pre-conflitto Ucraina-Russia mentre quelli più recenti risentono pesantemente delle tensioni a livello internazionale.
Una crisi che, se dovesse continuare, potrebbe tramutarsi da un laconico “arrivederci” a lapidario “addio” per una alimentazione valida anche per la riduzione di emissioni di CO2. Infatti un’auto a metano emette in media circa il 20% in meno di CO2 rispetto a un’auto a benzina.