Compito del buon venditore non è solo consigliare il prodotto migliore ma accompagnare il cliente verso un utilizzo efficiente e soddisfacente del prodotto scelto. Nel mercato delle auto elettriche, conoscere il funzionamento delle vetture a batteria non basta, bisogna conoscere anche tutte le modalità in cui è possibile ricaricarle.
A partire dalla wallbox, l’infrastruttura domestica che consente di abbattere i costi della ricarica, avendo una presa sempre funzionante e a disposizione. Ecco allora una pratica guida alla ricarica domestica, pronta per essere condivisa con gli acquirenti che hanno scelto un’auto alla spina.
Approfondisci: Auto elettriche e ibride, 9 italiani su 10 sono pronti ad acquistarle
WALLBOX, TUTTO QUELLO DA SAPERE
Perché è utile
Per effettuare una ricarica casalinga, in realtà, la wallbox non è strettamente necessaria, basta anche una semplice spina schuko. Tuttavia, il motivo per cui è preferibile installare una wallbox è una questione di sicurezza. L’impianto elettrico domestico non è ideato per fornire l’elevata potenza necessaria alla ricarica dell’auto, mentre la wallbox garantisce l’equilibrio del carico di assorbimento fra casa e veicolo, ed è collegata al contatore tramite cavi più spessi e con una maggiore resistenza alle varianti di calore.
La potenza necessaria
Attualmente vi sono due tipologie di wallbox in commercio, settate su due diversi gradi di potenza e con diverse tempistiche di ricarica, le prime maggiormente adatte al quotidiano utilizzo cittadino di un’auto di medie dimensioni, le seconde necessarie per batterie più grandi e necessità di percorrenza superiori:
- Le wallbox con potenze da 3,7 kWh richiedono tra le 6 e le 8 ore per una carica completa
- Le wallbox con potenze da 7,4 – 22 kWh richiedono per una carica completa tra le 3 e le 4 ore
Il prezzo di una wallbox
Non c’è un prezzo standard e il costo di una wallbox varia da venditore a tuttavia. In media, è possibile acquistare un prodotto di buona qualità a circa 600 euro, ma si trovano dispositivi anche a prezzi inferiori. A tale spesa bisognerà poi aggiungere quella per il connettore T2 (di solito non di serie sulle vetture EV), necessario a collegare l’auto alla wallbox e che, in base alla lunghezza, ha un costo che spazia dai 200 ai 400 euro.
Leggi anche: Infrastrutture di ricarica elettrica in Italia, a che punto siamo?
L’installazione della wallbox
L’installazione della wallbox deve essere necessariamente eseguita dal personale specializzato che si occuperà del collegamento tra il contatore e l’infrastruttura, del fissaggio al muro con cablaggio dell’impianto elettrico esistente e del collaudo del sistema di ricarica. Non servono autorizzazioni da parte delle amministrazioni locali e, in caso di casa indipendente, si può procedere in completa autonomia.
In condominio, invece, è obbligatorio rivolgersi all’assemblea. Non serve il suo benestare, ma è necessario informare l’amministratore in caso si abbia intenzione di installare una wallbox nel proprio box privato. Azione da eseguire a proprie spese, aggiornando quando necessario il certificato di prevenzioni incendi del garage e rispettando i limiti imposti dagli altri condomini per le parti comuni.
Bisogna avere un’autorizzazione ufficiale dell’assemblea tramite atto formale in forma scritta quando, invece, si voglia installare il punto di ricarica su parti comuni del condominio, già destinate al parcheggio o no. Anche in questo caso, le spese sono a carico dei soli condomini richiedenti l’intervento, che dovranno provvedere al ripristino delle parti sede dei lavori.
Come si pagano le ricariche alla wallbox
Sia in caso di collegamento al contatore domestico, sia in caso dell’utilizzo di un’unità indipendente, i consumi della wallbox vengono addebitati direttamente in bolletta. Ma solo utilizzando un contatore a parte è possibile accedere alle tariffe dedicate che quasi tutti i fornitori di energia dedicato alla ricarica delle auto e che, a volte, prevedono anche un tot di kWh gratuiti da utilizzare per la carica.
Scopri anche: Duferco Energia, sempre più ricarica in concessionaria
Gli sgravi fiscali
Nella Legge di Bilancio 2019 è stata prevista una detrazione fiscale del 50%, ripartita in 10 anni, sull’acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica a uso privato avvenute tra il 1° marzo 2019 e il 13 dicembre 2021, per un massimo di 2.000 euro di spesa a unità. Mentre è possibile usufruire del SuperBonus 110% se l’installazione del punto di ricarica è eseguita congiuntamente ad altri interventi strutturali che garantiscano il miglioramento di almeno due classi energetiche o il raggiungimento della classe massima.