Curiosità e voglia di mettersi in gioco. Sono queste le premesse per costruire l’officina del futuro. Poi c’è tutto il resto. Sono due, in particolare, gli aspetti utili per capire come organizzare un’officina e tenere il passo con l’evoluzione che sta investendo il comparto dell’automotive e del post vendita.
Da un lato si tratta di comprendere le migliori modalità di amministrazione della propria azienda, investendo in innovazioni e tecnologie; dall’altro, imparare a usare il web come vetrina in cui mettere in mostra qualità, prodotti e competenze per trovare nuovi clienti.
COME ORGANIZZARE UN’OFFICINA
Nel caso del web, avere una presenza in rete, farsi conoscere, fornire i dettagli del proprio lavoro, aprirsi a logiche di networking e crearsi una propria reputazione, grazie alle recensioni degli utenti, è fondamentale per intercettare sempre più automobilisti.
Oggi è in continua crescita il numero di persone che usa i motori di ricerca su internet per informarsi su cosa comprare e dove. Un atteggiamento che vale anche per l’auto. Bisogna investire non solo in tecnologia, ma anche in marketing. Che senso ha avere gli strumenti all’avanguardia e le migliori competenze se poi non si sa come comunicarle ai clienti?
COSA FARE
La digitalizzazione nell’aftermarket è ancora a livello zero. Fatta eccezione per le grandi imprese, i piccoli guardano ancora con poco interesse a quest’aspetto che invece può aprirgli nuovi scenari e nuove possibilità. Non solo web, però. Per restare competitivi e non farsi stritolare dal mercato serve anche una solida gestione economica unita a una buona strategia imprenditoriale, monitorando gli aspetti fondamentali della redditività della propria struttura.
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SCENARI
In Italia esistono circa 83.400 officine che servono poco più di 37 milioni di veicoli: in media, 444 macchine per ogni meccanico. Una rete che si estende su tutto il territorio in maniera capillare e che, con il sopravvento di auto sempre più innovative, deve puntare sulla didattica professionale per essere all’altezza di fornire un’assistenza adeguata e registrare degli utili in crescita. Il rischio è di diventare obsoleti per poi essere costretti ad abbassare la serranda.