Il rapporto tra Case auto e concessionari è stato al centro di un convegno organizzato da Anticrisi Day al recente Automotive Forum. Anticrisi Day è una realtà nata con una mission ben precisa: riflettere sulla difficile situazione del settore della mobilità. E dal 16 ottobre 2012 è anche un’associazione Onlus, presieduta dal suo ideatore Umberto Seletto. L’evento da poco andato in scena si ripete per il quarto anno consecutivo, per fare il punto sul mercato della distribuzione automobilistica e tracciare un bilancio dell’anno in corso, con l’aiuto di economisti ed esperti.
All’ultimo Automotive Forum, Anticrisi Day ha però cambiato pelle. In che modo lo spiega Seletto: “Abbiamo deciso di concentrarci su due attività: la creazione della consulta dei ‘service manager’, finalizzata al ripensamento del mondo del service attraverso una certificazione dei suoi attori, e la ridefinizione della tradizionale analisi dei bilanci dei dealer”. Su quest’ultimo punto, in particolare, è emerso il perpetuarsi di situazioni squilibrate nel rapporto tra Case e concessionarie. In tempi di crisi si dovrebbero cercare alleanze tattiche tra costruttori e reti, mentre si continua a fare l’esatto opposto, sottraendo così preziose opportunità di sopravvivenza.
Il mercato, infatti, non è qualcosa di chiuso e immobile e le crisi innescano anche un meccanismo positivo di “selezione naturale” tra chi è in grado di competere e chi non riesce a farlo. Lo ha spiegato il politologo Alberto Mingardi, direttore generale dell’istituto Bruno Leoni. Mentre l’avvocato Stefano Grassani, responsabile del dipartimento antitrust e diritto comunitario dello studio legale Pavia Ansaldo, si è soffermato su alcuni aspetti giuridici. “Oggi – ha osservato – le minori quote dei brand risultano insufficienti a configurare una vera e propria posizione dominante. Il diritto antitrust cerca allora di aggredire i comportamenti abusivi delle Case attraverso la teoria dell’abuso di dipendenza economica”.