Qual è l’andamento del deprezzamento delle auto usate? Come viene calcolato? E, dunque, quali sono i suggerimenti per sfruttare appieno il mercato di seconda mano? Abbiamo posto queste domande a un vero esperto del settore, Stefano Ferruzzi, operations manager Italy di Eurotaxglass’s International.
DEPREZZAMENTO AUTO USATE
“Noi come Gruppo EurotaxGlass’s in Italia – esordisce Ferruzzi – operiamo mensilmente un deprezzamento dei veicoli. Il meccanismo di deprezzamento viene definito attraverso incontri periodici con un panel di concessionari che – marca per marca, ciascuno parlando delle proprie specificità – definisce dei valori. E quindi ci sono degli andamenti periodici che rappresentano i valori residui dei veicoli”.
VIDEO: INTERVISTA A STEFANO FERRUZZI, OPERATION MANAGER ITALY EUROTAXGLASS’S
IL TREND ITALIANO
In Italia, tendenzialmente, questo deprezzamento è guidato dall’andamento della domanda e dell’offerta. E ci sono delle specificità abbastanza marcate rispetto agli altri principali mercati del Vecchio Continente. “In Italia – spiega il manager di Eurotaxglass’s Italy – abbiamo dei deprezzamenti più rapidi nei periodi brevi, quindi rispetto agli altri mercati big five europei, i veicoli si deprezzano più rapidamente nel periodo inziale, dai 12 sino a 36 mesi, e poi il deprezzamento tende ad essere poi più piatto e regolare”. Il motivo di questo andamento così atipico? Senza dubbio la grande pressione che le Case esercitano sulla scontistica e alle campagne di fine anno.
RAPIDITA’ NELLA RIVENDITA
Per questo motivo, in Italia è particolarmente importante assicurarsi una buona rotazione dello stock in concessionaria. “Uno stock che ruota poco in un mercato come quello italiano, mese dopo mese perde di valore forse più rapidamente che in altri Paesi”. Ma oggi ci sono molti più strumenti nelle mani dei dealer per monitorare più correttamente la gestione del parco usato. “ Noi vediamo come chi vende meglio l’usato è chi è più attento alla gestione attiva di uno stock e all’aggiustamento del prezzo mese per mese. Tra una gestione attiva del canale Internet, che oggi è il principale per la vendita dei veicoli, e una gestione passiva – chiosa Ferruzzi – c’è una differenza di risultato clamorosa”.