Rifinanziare gli incentivi alla sostituzione dei veicoli vecchi con quelli di ultima generazione. È quanto chiede Federauto che, in un comunicato congiunto con Unrae e Anfia, fa notare l’assenza di questa misura nel Decreto Sostegni-bis. Un nuovo avviso al Governo, l’ennesimo, a rispettare il settore dell’automotive e ad investirci.
C’è da dire che l’ecobonus sui veicoli fino a 135 g/km si stava rivelando una mossa davvero azzeccata. Gli incentivi infatti avevano stimolato i consumatori al ritorno all’acquisto in un periodo di difficoltà generale e nel contempo rispondevano anche alla volontà di una mobilità futura che fosse più sostenibile e green.
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L’APPELLO DI FEDERAUTO, ANFIA E UNRAE SUGLI INCENTIVI
Federauto, Unrae e Anfia sono state impegnate in numerosi meeting con le istituzioni proprio per far presente loro i riscontri più che positivi che questo provvedimento stava portando. Proseguire su questa scia e continuare a liberarsi di migliaia di tonnellate di CO2 sarebbe stato un vero toccasana sia per il settore che rappresentano che per l’ambiente.
Il Governo però ha scelto in modo differente, spiazzando Federauto e le altre associazioni che hanno subito bollato la decisione come “incomprensibile”. Per queste infatti l’investimento si sarebbe ripagato in breve tempo e avrebbe generato un surplus per le casse dello Stato.
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Ponendo un freno agli incentivi invece, lo si pone anche alla transizione ecologica, tanto agognata dall’Unione Europea, e che sembrava si fosse messa in atto anche in Italia.
Non si tratta tra l’altro del primo sgarbo fatto di recente al settore delle auto. Numerose sono state le polemiche anche per la mancanza nel PNRR dei previsti interventi di sostegno alla domanda del settore auto sulle tecnologie a bassissime emissioni.
Federauto e le altre associazioni dell’automotive non potevano lasciar correre anche questa decisione e allora ha lanciato l’appello. Starà ora al Governo decidere se fare un passo indietro e prorogare il provvedimento, anche per la fascia 61-135 g/Km e per i veicoli elettrici, oppure no. Da questa decisione passerà molto del futuro del settore automotive, delle milioni di persone che ci lavorano e del nostro già malandato ambiente.