L’ufficialità della notizia, un mese e mezzo fa, aveva suscitato clamore: la fusione FCA-PSA, d’altra parte, andrà a creare il quarto gruppo automobilistico al mondo in termini di volumi, con 8,7 milioni di veicoli venduti all’anno e ricavi congiunti del valore di quasi 170 miliardi di euro.
Una vera e propria rivoluzione anche all’interno di un mondo automotive dove ormai alleanze e fusioni sono una prassi più che consolidata. E ora cosa succederà nell’universo della distribuzione automobilistica che rappresenta i numerosi brand dei due Gruppi? Come hanno accolto i concessionari la fusione FCA-PSA? Quali prospettive e opportunità si aprono? Quali, invece, le possibili difficoltà?
Lo abbiamo chiesto a due noti dealer multimarca, il Gruppo Maldarizzi, mandatario dei brand di FCA (Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Lancia, Abarth e Fiat Professional) e il Gruppo Brandini, mandatario di tutti i marchi di FCA e PSA, ad esclusione di Maserati.
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FUSIONE FCA-PSA: COSA PENSANO I DEALER
Su come debba essere accolta la fusione FCA-PSA, Maurizio Brandini, titolare della Brandini Spa, non ha dubbi: “In maniera molto positiva, in particolar modo per il Gruppo Brandini che ha il mandato di tutti i marchi del nuovo Gruppo FCA-PSA (esclusa solo Maserati). Due aziende che nel prossimo futuro avrebbero sicuramente avuto delle difficoltà, mettendosi insieme, si sono rafforzate in maniera importante e si sono garantite un futuro di rilievo nel business automotive”.
D’accordo anche Nicola Maldarizzi, innovation&development manager del Gruppo Maldarizzi. “Abbiamo accolto la notizia molto bene. Considerando che FCA negli ultimi anni si è concentrata più sulle strategie finanziarie che sul prodotto, questa fusione aiuterà a portare nuovi modelli sul mercato. Possiamo dire che, attraverso questa fusione, si salva un’azienda europea”. Ed è certamente un fatto positivo.
PROSPETTIVE POSITIVE
Le prospettive che si aprono per i dealer sono altrettanto interessanti. “Il nuovo Gruppo potrà godere di un’enorme rete distributiva a livello globale. Resta ancora da capire la strategia che verrà seguita, ma di sicuro in futuro ripartiranno gli investimenti e avremo all’interno dei nostri showroom prodotti all’avanguardia. Con un Gruppo più solido, inoltre, si potranno riposizionare alcuni marchi, come ad esempio Jeep e Alfa Romeo” spiega Maldarizzi.
Il fatto che i due Gruppi si rafforzeranno in un’unica società, secondo Brandini, “dà valore aggiunto ai singoli mandati e prospettive future migliori anche a tutti i singoli marchi”. Questo significa nuovi orizzonti: “Le opportunità che vedo sono due – afferma Brandini – A breve, la possibilità di affidare degli open point presenti sul territorio italiano a concessionari che hanno già i mandati del nuovo Gruppo, con l’ottica di rafforzarli e dare loro maggiori opportunità di business. Nel lungo periodo, poi, ci saranno nuovi prodotti per tutti i marchi e prezzi più competitivi, quando i due Gruppi riusciranno a sfruttare al massimo le sinergie per risparmiare su tutte le tipologie di costi”.
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LE INCOGNITE
Come ogni operazione agli albori, anche la fusione FCA-PSA presenta ad oggi delle incognite e delle difficoltà. Secondo Brandini, queste ultime si possono riassumere nelle “possibili sovrapposizioni nei prodotti dei singoli marchi”, nella velocità dell’integrazione, “che è fondamentale per la buona riuscita delle sinergia”, nella “necessità indispensabile di diminuire il personale impiegatizio e dirigenziale” e nella “sovrabbondanza di capacità produttiva, soprattutto in Europa”.
Di sicuro, la linea d’azione prescelta sarà fondamentale, specie nel nostro Paese. “Non si sa ancora quale sarà la strategia – conclude Maldarizzi –: se quest’ultima andrà verso la concentrazione dei vari mandati, in prospettiva i concessionari avranno la possibilità aumentare il portafoglio di brand”. Staremo a vedere.