Il futuro dei motori diesel: cosa ne pensano italiani e Costruttori

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Tra gli automobilisti, così come tra i Costruttori, c’è chi ci crede e chi no. Il futuro dei  motori diesel, così, è diventato uno dei più dibattuti e controversi argomenti di confronto nel panorama automotive italiano e mondiale.

A riaccendere il dibattito è un recente studio commissionato da Mazda a Ipsos Mori, dal quale emerge un attaccamento tutt’altro che superato nei confronti di una motorizzazione – quella a gasolio – che rischia di non approdare più nei Saloni dei concessionari.

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Futuro dei motori diesel

In base alla ricerca, che ha coinvolto circa 11.000 intervistati nei principali Paesi europei, quasi il 60% degli automobilisti è convinto che i motori a combustione interna (benzina e diesel) siano ancora destinati a giocare un ruolo importante nel domani delle automobili.

FUTURO DEI MOTORI DIESEL: I NOSTALGICI

A dispetto delle previsioni dei più accreditati analisti di settore, sicuri della loro futura decadenza, il 58% degli automobilisti europei ritiene che “ci siano ancora molte innovazioni e miglioramenti da apportare ai motori a benzina e diesel”.

Quasi un intervistato su tre (30%) “spera che le auto diesel continuino a esistere” anche quando le vetture elettriche avranno diffusione di massa. Mentre il 33% del campione europeo (il 54% in Italia) si spinge oltre, confessando che opterebbe per il diesel o la benzina anche se i costi di gestione fossero gli stessi di un’auto elettrica.

SEGNALI CONTRASTANTI: GLI ITALIANI “GREEN”

La situazione, però, non è così semplice. E infatti, da un’indagine condotta questa volta dall’Osservatorio Findomestic, emerge un’altra faccia della medaglia. Interpellati a fine 2017 sulle motorizzazioni, 750 italiani hanno dato risposte che in parte contraddicono quanto detto finora.

Per la maggior parte degli intervistati (42%) l’auto sostenibile è l’auto elettrica, nel 32% dei casi è ibrida. Secondo il 51% di loro i tempi non sono ancora maturi per una vera e propria mobilità green. Mancano le infrastrutture di ricarica e le auto sono ancora troppo costose.

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Per accelerare questo processo, il 36% degli italiani intervistati invoca incentivi governativi importanti e agevolazioni. Ciò nonostante, il 27% degli italiani dichiara che la prossima auto sarà ibrida. Solo il 9% opterà per una vettura a zero emissioni, mentre il 24% andrà sul sicuro con un’auto diesel.

“C’è una sensibilità crescente all’auto green. Fino al mese di giugno del 2017, infatti, era in testa la motorizzazione diesel con il 28% delle preferenze, seguita dall’ibrido (21%) e poi dalle elettriche (4%). Solo dopo vengono le motorizzazioni GPL, benzina e metano”.

Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic

I COSTRUTTORI: CHI CI CREDE E CHI NO

Una cosa è certa: anche le Case automobilistiche hanno fatto la loro scelta. C’è chi ha già optato per un taglio netto, dichiarando finito il futuro dei motori diesel e benzina, e chi ancora vuole seguire la strada dei motori a combustione interna.

Tra i principali detrattori non possiamo non citare Volvo e Toyota. La Casa svedese ha già dichiarato che ogni singolo modello in uscita dai suoi stabilimenti a partire dal 2019 sarà dotato di motore elettrico o ibrido. Dal canto suo, Toyota ha già depennato i motori a gasolio dalla produzione, salvando per il momento quelli a benzina.

Nonostante i rigidi limiti alle emissioni imposti dalla Commissione europea, non tutti i Costruttori hanno abbandonato gli investimenti sul diesel. I tedeschi sono i più resistenti. Volkswagen, pur impegnata in un processo di elettrificazione su vasta scala, continua a perfezionare motori benzina e gasolio sempre più efficienti per garantire una mobilità sostenibile a prezzi competitivi su larga scala. Stessa cosa dicasi per Mercedes, che prosegue convinta (anche) su questa strada.

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