L’obiettivo di chiunque venda automobili, ovviamente, è una gestione della concessionaria in grado di produrre utili. Autostar, nonostante la crisi, ci è riuscito. Nel 2014, il Gruppo multimarca operativo nel Triveneto ha registrato un fatturato di oltre 161 milioni di euro. Un risultato economico che segna il +18% rispetto all’anno precedente ed è costituito da 144,6 milioni di euro provenienti dalle auto vendute, 13,4 milioni di euro fatturati dal magazzino e 3 milioni di euro in arrivo dall’officina. Mentre l’EBITA, ossia il margine operativo prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti, ammonta a 2,4 milioni di euro e l’utile netto è pari a 1,25 milioni di euro (+20% rispetto al 2013).
Entusiasta il commento di Arrigo Bonutto, presidente del Gruppo Autostar. “Siamo soddisfatti dei risultati economici del 2014: oltre 7mila auto vendute con un mix costituito dal 50% di vetture nuove e 50% usate, di cui il 60% a privati e il restante 40% a commercianti tramite l’innovativo canale di asta online e servizi finanziari erogati per oltre 36 milioni di euro”. A questi risultati, prosegue Bonutto, bisogna aggiungere poi “un capitale netto investito di 50 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 2013 e 205 posti di lavoro consolidati”.
Quali sono gli ingredienti di questo successo? Piuttosto che farsi abbattere dal complicato contesto economico, il Gruppo l’ha interpretato come una opportunità. La crescita di Autostar, infatti, è legata a una serie di investimenti in infrastrutture ma anche in ricerca e sviluppo. Oltre ad aver rinnovato le sedi Bmw di Udine, Trieste e Pordenone, lo scorso settembre è stato inaugurato il nuovo quartier generale di Udine (oltre 16mila metri quadri di superficie). A fine gennaio il Gruppo ha allargato i confini della propria attività e oggi si posiziona tra i primi 5 dealer italiani, con 8 sedi dislocate in Friuli Venezia Giulia e Veneto. Imponenti anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, tra i quali spicca l’innovativo progetto della “Star Academy”.