Prosegue la sofferenza del mercato delle auto di seconda mano, reduce di una flessione del 2% del mese di giugno. Come se non bastasse, ora la gestione dell’usato dei concessionari è complicata anche da alcuni recenti provvedimenti. Il Pubblico registro automobilistico (Pra) gestito dall’Aci, infatti, nei giorni scorsi ha emanato una circolare in cui vieta a concessionari e privati la radiazione per esportazione preventiva. In altre parole, a partire da oggi, per formalizzare la radiazione per esportazione, i dealer avranno l’obbligo di allegare anche l’attestazione di avvenuta reimmatricolazione oltreconfine o la fotocopia della carta di circolazione estera. E, qualora si tratti di un Paese extra Ue, la fotocopia dovrà essere accompagnata da traduzione certificata.
La decisione del Pra è stata adottata per impedire diversi fenomeni di illegalità, dal punto di vista fiscale, di responsabilità civile e ambientale. Non da ultimo, per evitare che abbia luogo il saccheggio dei pezzi dai veicoli radiati per l’esportazione in Italia. Certo è che questo provvedimento limiterà, e non di poco, la normale gestione dell’usato dei concessionari in relazione a quelle vetture destinate alla vendita sui mercati esteri. Tuttavia, la radiazione preventiva, nel caso in cui il veicolo sia stato esportato ma non ancora immatricolato all’estero, sarà ancora possibile in un solo caso. Il Pra l’ha ammesso a patto che si alleghi un documento comprovante l’avvenuto trasferimento del veicolo all’estero (bolla doganale o documento di trasporto).
La decisione del Pubblico registro automobilistico, sul quale il ministero della Giustizia ha espresso parere favorevole, ha già dato vita a un grande malcontento tra i dealer e, più in generale, nel settore automotive. Il mercato dell’usato ha bisogno infatti di decisioni che riescano a rivitalizzarlo, alla luce della crisi che ancora attanaglia senza pietà la vendita di auto nuove. Senza contare i risvolti burocratici e gli appesantimenti economici che questo comporterà.