Quanto conta l’aspetto del design dell’auto sul potenziale di vendita? La risposta è: ancora tanto, specie nel nostro Paese che ha sempre considerato la bellezza delle quattro ruote al centro della scena. Un aspetto del quale i concessionari sono consapevoli: una vettura ha successo se è bella. La funzionalità è importante, ma passa in secondo piano rispetto all’aspetto estetico.
Il tema “design auto”, non a caso, è stato affrontato la scorsa settimana a ForumAutoMotive, attraverso il confronto tra prestigiose firme delle quattro ruote (Walter De Silva e Horacio Pagani, per fare due nomi) e giovani aspiranti designer. Proprio in questa occasione abbiamo chiesto a Pagani un parere sull’importanza della bellezza nell’attuale universo dell’automotive.
VIDEO: INTERVISTA A HORACIO PAGANI, FONDATORE PAGANI AUTOMOBILI
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BELLEZZA E FUNZIONALITA’
L’estetica e l’aspetto pratico non sono necessariamente in contraddizione. Se un’auto è bella, può essere anche funzionale, in altre parole. Nella scelta del modello, però, secondo Pagani, prevale ancora il primo aspetto. L’occhio, insomma, vuole sempre la sua parte. “Davanti a una cosa bella e a una cosa brutta, scegliamo sempre quella bella – esordisce il manager argentino – La bellezza esalta i sensi, esalta il cuore ed è la componente anche ancora oggi fa prendere la decisione d’acquisto. Nel design, tradizionalmente, si cerca il bello, l’armonia e si cerca di conquistare la platea arrivando al cuore delle persone”. Ecco perchè le auto belle continuano ad affascinare.
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TRADIZIONE VS FUTURO
Oggi le auto sono molto diverse rispetto a quelle di una volta. Pagani, però, sottolinea anche esiste un filo conduttore indistruttibile tra passato e presente. La ricetta per il futuro, dunque deve essere quella di “coltivare le conoscenze, studiare la tradizione, rispettare la storia e, allo stesso tempo, cercare il bello. Solo così si può promuovere l’ innovazione”. Anche perchè oggi, conclude Pagani, “la gente vuole sempre più l’auto su misura, per cui noi designer abbiamo e avremo sempre più una grande responsabilità”.