Nemmeno gli incentivi invogliano all’acquisto di auto elettriche in Italia

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Nei prossimi mesi, la propensione degli italiani ad acquistare auto nuove è destinata a diminuire. È questo il dato poco confortante che emerge dalla nuova instant survey “Acquisto dell’auto e incentivi statali”, condotta dalla società di consulenza strategica Areté.

Nello studio, condotto durante il mese di giugno dopo l’entrata in vigore dei nuovi eco-incentivi promossi dal governo italiano, oltre 6 intervistati su 10 giudicano questi ultimi non sufficienti a stimolare la compravendita di EV.

Ad aggiungere ulteriore incertezza ci pensa il prezzo dei nuovi modelli, in costante crescita, che resta il principale ostacolo al cambio della vettura con una meno inquinante.

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Lo studio, promosso a quasi tre anni di distanza da una rilevazione simile, evidenzia come il 62% del campione intervistato preveda di cambiare la propria auto nei prossimi 12 mesi. Solo il 7% dice di volerlo fare entro il breve periodo: il 5% in meno rispetto a quanto rilevato nel mese di ottobre 2021.

“La nostra nuova instant survey – ha dichiarato Massimo Ghenzer, presidente di Areté – condotta pochi giorni dopo l’entrata in vigore dei nuovi incentivi mostra un mercato in cui la propensione all’acquisto di auto nel breve termine (entro 3 mesi) è diminuita rispetto a tre anni fa: dal 12% del 2021 al 7% attuale“.

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La (troppa) diffidenza degli italiani verso l’elettrico

Sono tante le luci e ombre che circondano il giudizio categorico degli automobilisti italiani sulla nuova tornata di incentivi.  Nella ricerca di Arte, il 60% degli intervistati reputa chiare le modalità di accesso ai benefici. Tuttavia, la stessa percentuale li ritiene non sufficienti a spingere all’acquisto di una vettura che inquini meno.

Se si raffronta questo dato con l’ultima survey dell’ottobre 2021, si può notare una sensibile crescita, pari al 15%, della percentuale di chi giudica insufficienti le agevolazioni promosse dal governo. Una conferma dell’aumento generalizzato dei prezzi di listino dei nuovi modelli lanciati sul mercato negli ultimi anni e della contestuale riduzione della capacità di spesa degli italiani.

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Massimo Ghenzer, presidente di Areté

“Nonostante la chiarezza delle modalità di accesso ai nuovi benefici – ha sottolineato Ghenzer – gli italiani li reputano non sufficienti a stimolare la domanda di auto elettrificate, ancora troppo care per una diffusione di massa. L’alternativa valida resta così l’ibrido, full-hybrid o mild-hybrid, in quanto, a costi più accessibili di elettrico e plug-in, consente di ridurre le emissioni connesse alla mobilità privata“.

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Quali nuovi fattori spingerebbero ad acquistare un’auto nuova nei prossimi anni?

Ben più della metà degli intervistati (58%) resta in attesa di incentivi più elevati o di modelli con prezzi più accessibili per cambiare la propria auto con una nuova. Nonostante il 76% di loro dichiari che la sua prossima vettura sarà nuova, il 24% privilegerà il mercato dell’usato.

Tra questi ultimi, 4 su 10 acquisteranno una vettura di seconda mano in quanto il mercato del nuovo è inaccessibile, il 34% lo farà per accedere a un modello di categoria superiore a parità di budget.

Il grande rebus delle alimentazioni

Un ultimo focus dell’instant survey di Areté riguarda il tema alimentazione della prossima auto. Metà della popolazione desidera acquistare un’ibrida (nelle sue diverse forme), il 30% è convinto di restare alla guida di un’auto endotermica, il 20% si dice pronto a passare all’elettrico.

Tra quanti scelgono le full-hybrid o le mild-hybrid, a vincere sono le ragioni ambientali (“per inquinare meno”, segnalate dal 47% del campione) e quelle economiche (“perché ha un prezzo inferiore rispetto all’elettrico”, pari al 25%).

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Il costo più accessibile (indicato dal 31% del campione), insieme alla facilità di rifornimento (47%), restano le principali ragioni di quanti si affidano a benzina, diesel e GPL.

Dietro la scelta di affidarsi ad elettrico ed ibrido plug-in si evidenziano motivi legati alla riduzione/azzeramento delle emissioni allo scarico (indicate da metà degli intervistati) e all’interesse e curiosità per la nuova tecnologia (41%).

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