Il fenomeno dei km zero sta caratterizzando il mercato auto 2017. Come sottolineato da Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, nei mesi scorsi i numeri di questa particolare formula hanno fatto segnare una crescita esponenziale: parliamo di 28mila unità solo nel mese di ottobre e di una proiezione di oltre 300mila unità a fine anno.
KM ZERO: OPPORTUNITA’ O FORZATURA?
Si tratta di un’opportunità? Oppure di una forzatura che, se utilizzata in maniera eccessiva, può diventare, come sottolineato dallo stesso Pavan Bernacchi, dannosa? Un’ipotesi, quest’ultima, che trova d’accordo tre grandi concessionari, che abbiamo interpellato sul tema in occasione del workshop “Il futuro della professione Dealer”, andato in scena l’11 novembre in Valtellina.
GRUPPO BARCHETTI
I km zero, si intenda, non sono di per sé un male, ma non possono diventare nemmeno un business su cui incentrare l’attività della concessionaria. Un concetto evidenziato a chiare lettere da Andreas Barchetti, co-titolare, insieme al fratello Ivo, del Gruppo Barchetti.
“I numeri dei privati sono simili a quello dello scorso anno, mentre i km zero sono in crescita. Ma questi ultimi sono solo un riposizionamento del prodotto e non creano vendite reali” spiega Barchetti, aggiungendo poi che “i km zero drogano il mercato e ammazzano i valori residui. I nostri venditori devono vendere auto, non sconti”.
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GRUPPO BOSSONI
Leggermente meno critica è la posizione di Matteo Albanese, general manager del Gruppo Bossoni. “I km zero esistono da sempre, bisogna semplicemente governare maggiormente i volumi. Le aziende sono indiscutibilmente legate agli obiettivi, ma è anche vero che ricorrere a forzature porta marginalità minori alle aziende stesse” osserva.
Dunque, i km zero, da una parte, se gestiti correttamente sono un’opportunità, ma dall’altra “è folle pensare di incentrare il business su questa formula”. Parole assolutamente chiare.
GRUPPO MALDARIZZI
Il concetto della redditività è sottolineato anche da Francesco Maldarizzi, presidente dell’omonimo Gruppo. “Il fenomeno dei km zero va a inficiare fortemente la redditività della normale vendita, perchè il consumatore si avvicina sempre più a questo prodotto, che possiamo definire ‘da outlet’. La mia preoccupazione è determinata dal fatto che il pressing su questa formula andrà a influenzare anche i risultati della prima parte del 2018” spiega il manager.
Concessionari, quindi, occhio ai km zero. Il messaggio è chiaro: occorre non abusarne troppo, e prediligere altre formule di vendita più sane e redditizie…