InterautoNews: Giuseppe Bitti è il Manager dell’anno 2016

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Per la terza volta, il Manager dell’anno di InterautoNews è Giuseppe Bitti, amministratore delegato di Kia Italia. La giuria che attribuisce il premio, indirizzato ogni anno al numero uno di una Casa auto, è composta dai giornalisti della rivista specializzata fondata dal giornalista Tommaso Tommasi, recentemente scomparso.

LA LUNGIMIRANZA DI BITTI

E il fatto che si tratti di giornalisti di settore non può che mettere in risalto il fatto che l’ad della Casa coreana, questo riconoscimento, l’abbia ricevuto per la terza volta. In tanti riconoscono a Bitti di avere la necessaria lungimiranza e di essere attento agli sviluppi del mercato per condurre la barca nel modo migliore. Prova ne sia la tendenza all’inserimento di una versione ibrida per ciascun modello in gamma, come ha dichiarato lo stesso manager.

GPL E IBRIDO

Tra i meriti del Manager dell’anno di InterautoNews, c’è quello di aver spinto già dal 2009 l’alternativa bi-fuel con il GPL montato in fase 2, direttamente dall’importatore, e di aver capito che la trasformazione del mondo dell’auto avviene anche attraverso il passaggio dal possesso alle varie forme di noleggio. Senza ovviamente dimenticare il forte slancio nei confronti dell’ibrido, sostenuto dai piani di Casa madre. Per aumentare la diffusione del marchio Kia nel mondo e alleggerire gli stabilimenti coreani, si sta ultimando quello in Messico. Mentre la fabbrica di Zilina, in Slovacchia, continua a produrre a pieno ritmo.

USATO E DEALER

Nella strategia di crescita di Kia sono molto importanti due nuovi prodotti: il concept del crossover Niro visto al Salone di Ginevra 2016 e, soprattutto, la station wagon Optima che, sia con motore termico tradizionale sia ibrido plug-in, arriveranno entro il 2016. Altro asset imprescindibile è poi l’usato. I nostri concessionari – ha dichiarato Bitti – sanno tenere nel giusto conto il parco usato che, gestito con accortezza, può costituire un valido incremento di fatturato”. Un dato di fatto, considerando che oggi il business di seconda mano vale il doppio rispetto a quello del nuovo.

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