Il mercato automotive di inizio 2014 è interessato da “una ripresa lentissima”: da leggersi con molta cautela e senza trionfalismi. A pensarla così è Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, federazione nazionale concessionari auto. Commentando i dati Acea, che mostrano una crescita dell’8% delle vendite di auto nuove in Europa, il numero uno di Federauto sottolinea che “sicuramente è un segnale positivo, ma dobbiamo ricordarci che da quando Acea raccoglie i dati, questo è il secondo risultato peggiore dal 2003 ad oggi. Siamo molto lontani dai volumi cui eravamo abituati“.
Quest’anno il mercato italiano immatricolerà 1 milione e 400mila vetture. Un numero insignificante, prosegue Pavan Bernacchi, se paragonato con la media degli ultimi 5 anni che è stata di 2 milioni di pezzi. Questa situazione non fa ben sperare per il comparto della distribuzione, reduce da un 2013 davvero devastante. “L’anno scorso l’80% dei concessionari italiani ha chiuso in perdita e sono a rischio 400mila posti di lavoro, ma la nostra filiera occupa 1 milione e 200mila addetti e fatturiamo 70 miliardi”.
Numeri importanti. questi ultimi, che potrebbero trainare la ripresa. Ne è convinto il presidente di Federauto, che di recente ha inviato una missiva al presidente del Consiglio Renzi, a nome di tutti i concessionari italiani. Obiettivo: proporre una serie di proposte concrete per aiutare i dealer a superare la crisi e, allo stesso tempo, rilanciare l’economia. Con ricadute positive anche per le casse dello Stato, che sta perdendo 3 miliardi di euro l’anno. “Si tratta di misure per aiutare i privati ad acquistare auto – chiarisce Pavan Bernacchi – ma anche per diminuire la pressione fiscale per chi utilizza le vetture. Poi abbiamo una rimodulazione del bollo, la rivisitazione della fiscalità delle auto aziendali e l’eliminazione del superbollo per le auto prestazionali”.