Il mercato dell’auto chiude il mese di aprile 2018 con un bilancio roseo. Forte anche di un giorno lavorativo in più, la crescita registrata è del +6,5% rispetto allo stesso mese del 2017. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei trasporti, il mese scorso si sono contate 171.379 unità immatricolate.
Nei primi quattro mesi dell’anno si assiste a un aumento dello 0,24%, con 745.945 immatricolazioni contro le 744.131 di gennaio-aprile 2017.
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MERCATO AUTO AD APRILE 2018
La crescita di aprile è stata positivamente influenzata dalla presenza di un giorno lavorativo in più rispetto allo scorso anno. Un dato interessante, inoltre, riguarda il canale di vendita dei privati che, dopo tanti mesi, esprime immatricolazioni in crescita (+6,32%). Bene anche le società (+2,92%) e, soprattutto, le compagnie di noleggio (+11,61%).
“La crescita delle immatricolazioni a privati è spiegata dalla risposta positiva di questo canale alle massicce promozioni messe in atto nel mese per alleggerire gli stock di auto nuove delle reti concessionarie accumulatesi nel primo trimestre”.
Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
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SEMPRE PIU’ KM ZERO
Il mercato auto di aprile 2018 è stato ancora una volta influenzato pesantemente dalle autoimmatricolazioni. “Sempre significativo – sottolinea De Stefani Cosentino – il concorso dei km zero, che contribuiscono al dato generale e in particolare nella spinta alla chiusura del mese”.
Secondo la Federazione dei concessionari auto italiani, oltre il 48% del totale immatricolato è stato registrato negli ultimi tre giorni di aprile. Per alcuni marchi si toccherebbe addirittura la punta allarmante del 60%. Mentre le autoimmatricolazioni di Case auto e concessionari sono stimate in oltre 25mila pezzi, con una rappresentatività di quasi il 15% del totale (fonte: Dataforce).
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INCERTEZZA POLITICA
“Siamo molto preoccupati per il protrarsi dell’impasse sulla formazione del nuovo Governo“, conclude il presidente di Federauto. Il quale, in relazione alla paventata ipotesi di innalzare l’Iva al 25%, ci tiene a sottolineare la “necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia che porterebbero un aumento dell’aliquota Iva al 25%”.
Il nostro settore – spiega De Stefani Cosentino – ne verrebbe colpito in modo pesantissimo: vale la pena ricordare che detto aumento, misurato sul valore medio delle vetture vendute, comporterebbe un aumento del prezzo di circa 630 euro a veicolo”.