Per il settore delle auto di lusso, il 2022 è stato un anno d’oro. Mentre il resto del comparto automotive annaspava tra crisi dei chip, ritardi nella produzione e una forte tendenza al risparmio da parte degli acquirenti, i brand più prestigiosi hanno chiuso l’anno in positivo.
Adesso, però, l’inflazione cavalcante e l’incertezza che aleggia sull’economia globale sembra pesare anche sulle spalle degli automobilisti più abbienti, che hanno smesso di investire sui motori o, in ogni caso, lo fanno con molta più cautela.
Leggi anche: Revenge Shopping, dopo il lockdown aumenta l’acquisto di auto di lusso
Le auto di lusso sembravano immuni alla crisi
Partiamo dall’Italia, dove a primeggiare è il Cavallino rampante. Ferrari ha chiuso il 2022 con un fatturato superiore del +18,7% sull’anno precedente, con 228 milioni di utile e un fatturato di 1,5 miliardi di euro. Con un totale di 9.233 unità, Lamborghini ha segnato un +10% sul 2021, con crescite aumentate di trimestre in trimestre.
Anno record per Rolls Royce, il cui fatturato è stato il più alto nei 118 anni di vita del brand. Bugatti ha raggiunto il record di 80 vetture vendute in un singolo anno (e considerando gli almeno 2 milioni di listino optional esclusi si possono immaginare i ricavi); mentre Bentley ha visto crescere le immatricolazioni del +31%.
Adesso la crisi economica colpisce anche il lusso
Chi acquista un’auto di lusso lo fa, in genere, in un’ottica di investimento. La richiesta del modello sul mercato e il suo valore residuo sono fattori cruciali nella decisione all’acquisto. La scorsa estate, una Porsche 992 Turbo S costava oltre 60.000 euro a causa della carenza di produzione. Adesso, con la produzione tornata quasi alla norma, il suo prezzo è decisamente diminuito.
C’è poi da considerare il vertiginoso aumento dei tassi di interesse. Nel range di spesa che oscilla tra i 150-250 mila euro, si tende ad acquistare tramite prestito bancario, ma con tassi così elevati la scelta non sembra più essere un buon investimento.
Le auto di lusso si continuano ad acquistare certo – a impoverirsi sono sempre i poveri – ma le modalità sono cambiate. Se fino a poco tempo fa la norma era un upgrade, si acquistava cioè un modello più potente e costoso del precedente, adesso molti, pur continuando a investire nelle auto, optano per scelte più sicure e, soprattutto, meno dispendiose.