La parola chiave è sempre la medesima: fidelizzazione. E il pneumatico connesso, ultima frontiera inaugurata dai produttori di gomme, è un esempio di come un servizio per il cliente finale in prospettiva futura possa trasformarsi (anche) in un’opportunità per il dealer.
COME FUNZIONA IL PNEUMATICO CONNESSO
Pirelli ha inaugurato all’ultimo Salone di Ginevra “Pirelli Connesso“. Se all’apparenza l’aspetto è quello di una normale gomma, nella sostanza questo prodotto si caratterizza per la presenza di un sensore che rileva i dati dello pneumatico (funzionamento, pressione, usura e, di conseguenza, necessità di manutenzione) e li trasmette all’automobilista attraverso una app.
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Il meccanismo è abbastanza lineare: il sensore, inserito nell’incavo della gomma, è collegato da una parte con una centralina, dall’altra con lo smartphone dell’automobilista. Il pneumatico connesso di Pirelli, in questo modo, è in grado di rilevare la pressione e la temperatura anche a veicolo fermo, di comunicare il carico e i chilometri percorsi. Informazioni basilari per una corretta manutenzione.
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IL RUOLO DEL CONCESSIONARIO
E proprio qui, aldilà del singolo esempio di Pirelli (che ha debuttato, in primis, negli States), entra in scena il concessionario. Il cambio e la manutenzione delle gomme, infatti, sono attività oggi fondamentali per le officine dei dealer, che vedono nel post vendita un’opportunità di business da sviluppare.
Lo scenario futuro è intrigante: tramite gli alert lanciati dal pneumatico connesso, l’automobilista potrà essere informato quando la pressione non è regolare, o quando la gomma è usurata. Le app collegate al servizio, poi, consentiranno di localizzare le officine più vicine. Ci sono quindi i presupporti per creare un circolo virtuoso in grado di giovare sia alla sicurezza dell’automobilista, sia al concessionario. Che potrà così riaccogliere il cliente all’interno della sua officina.