Comunicazione e concessionari: un binomio sempre più importante. Specie quando si tratta di pubblicità e campagne di marketing per ammaliare e fidelizzare i clienti. In tal senso, la nuova frontiera ha un nome: programmatic advertising.
Su questi temi abbiamo interpellato nelle settimane scorse un esperto, Marco Marlia, ceo di MotorK e ideatore dell’evento Internet Motors (leggi qui come è andata l’ultima edizione).
PROGRAMMATIC ADVERTISTING: SCELGO A CHI PARLARE
In vista del futuro, la prima regola basilare è comunicare con chiarezza. “Significa – osserva Marlia – rivolgersi non più a un pubblico astratto e in gran parte sconosciuto ma a utenti definiti, interessati proprio al messaggio che si sta inviando loro.”
Grazie allo sviluppo di una serie di tecnologie pensate per sfruttare i dispositivi di localizzazione dei telefoni cellulari, è possibile, per i dealer, realizzare campagne di comunicazione che abbiano come destinatari persone che vivono e lavorano a poca distanza dai dealer stessi. Si tratta, a ben guardare, della versione hi-tech della pubblicità sui giornali locali.
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E’ questo il primo passo verso il programmatic advertising, “una soluzione tecnologica – chiarisce ancora Marlia – che consente di dividere il destinatario della campagna pubblicitaria dal suo luogo di riferimento”. Attraverso il programmatic advertising, un dealer che ha scelto di proporre le sue offerte commerciali tra i piccoli imprenditori e le Partite Iva non è più costretto, come accadeva in passato, a cercarli in un unico ambiente, quello legato alle loro attività lavorative, ma può trovarli mentre navigano liberamente sul web, ciascuno magari seguendo l’estro del momento oppure i propri interessi extralavorativi.
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UN GRANDE BACINO DI UTENTI
Così, dalla visita a un sito che nulla ha a che vedere con il proprio ambito professionale, il programmatic advertising riesce non solo a mettere a disposizione del delaer un potenziale bacino di acquirenti, ma anche, nel caso si sia interessati a farlo, a costruire le basi per un’interazione one-to-one.
“A oggi, la gran parte dei concessionari manca degli strumenti necessari a sviluppare il programmatic advertising, che invece è già una soluzione adottata dalle Case automobilistiche, ma non v’è dubbio che si tratta soltanto di attendere: la strada è tracciata, non resta che percorrerla” conclude Marlia.