La Legge di Stabilità, approvata a fine dicembre dal Senato, ha apportato rilevanti cambiamenti in tema di radiazioni per esportazione. La disposizione in questione ha ribadito che questa pratica debba avere come unica finalità la re-immatricolazione per l’effettiva circolazione del veicolo all’estero. E ha previsto quindi proprio la re-immatricolazione come condizione obbligatoria affinché un veicolo venga cancellato dal Pubblico registro automobilistico prima di essere esportato.
IL CASO PRA DI ROMA
Questa decisione non trova d’accordo Federauto e le altre associazioni della filiera automotive. La Federazione, d’altronde, aveva già affrontato la questione lo scorso luglio, in seguito all’emanazione di una circolare del Pra di Roma, facendo valere con successo le sue ragioni. Il rischio, allora, era quello di perseguire la giusta finalità di garantire la legalità, andando a danneggiare il business di tanti onesti concessionari.
FEDERAUTO E LA FILIERA AUTO CONTRO
Un pericolo che si è riattualizzato. Per scongiurarlo, in vista della discussione al Senato e della successiva approvazione della norma, Federauto e altre associazioni, sotto l’egida di Confcommercio, avevano inviato una lettera congiunta al Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, al Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, al Sottosegretario per le Politiche europee Sandro Gozi, nonché al Presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia e ai relatori del provvedimento Onorevoli Fabio Melilli e Paolo Tancredi. Obiettivo: suggerire alcuni emendamenti al testo per far comprendere che subordinare le radiazioni per esportazione alla re-immatricolazione estera non poteva non avere delle conseguenze sulle legittime operazioni di vendita all’estero dei veicoli usati, in contrasto con il principio europeo della libera circolazione delle merci.
A FAVORE I DEMOLITORI
La loro voce per il momento non è stata però ascoltata, visto che la norma è stata approvata nella versione originale. Un risultato per il quale si sono rallegrati i demolitori rappresentati dalle associazioni Fise Unire, Ada e Aira. “Questa norma – evidenziano le Associazioni – porrà una volta per tutte un freno al boom della quota dei veicoli radiati per esportazione che ha superato complessivamente, negli ultimi quattro anni, la cifra di 2 milioni e mezzo e che nasconde anche profili di illegalità”.