Il numero degli operatori nel settore della distribuzione automobilistica si è quasi dimezzato nel corso degli ultimi 10 anni (da circa 3000 nel 2007 a circa 1500 nel 2016). Alla fine dell’anno scorso, nel dettaglio, si contavano 1.530 concessionarie, contro le 1.608 di fine 2015. A rivelarlo sono i dati di Italia Bilanci.
Il combinato effetto dell’aumento del mercato e della riduzione del numero degli operatori del settore ha impresso una forte accelerazione al volume medio per concessionario (nel 2016 quest’indicatore ha sfiorato le 1.000 unità). Anche il numero dei punti vendita ha subito una leggere flessione, scendendo dai 4.339 del 2015 ai 4.248 del 2016. Di conseguenza, è migliorata la produttività per punto vendita (344 unità). Certamente in questi numeri gioca un ruolo determinante la cosiddetta “rete esterna concessionari” (ufficiale e non).
RETE ESTERNA CONCESSIONARI
La rete esterna concessionari rappresenta un elemento rilevante della strategia di rete di un costruttore. E ciò al fine di mantenere il presidio commerciale nelle aree a bassa densità di industry, dove non si giustificherebbe economicamente una sede che rispetti gli standard dimensionali e di immagine del marchio.
Il rischio è quello di trasformare il concessionario da retailer a trader. A confermare il processo di contrazione in atto, inoltre, è anche il calo dei contratti di concessione, scesi da 2.737 del 2015 a 2.631 dell’anno scorso (su una mappatura di 35 marchi).
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QUALE SCENARIO CI ASPETTA
La rete esterna, ufficiale e non, pesa per circa il 25% sul totale delle immatricolazioni gestite dai concessionari. Un’incidenza destinata ad aumentare per il fenomeno della contrazione del numero di punti di rappresentazione del brand sul territorio.
Le aree marginali, che non esprimono industry sufficienti a giustificare un punto vendita/assistenza diretto, vengono delegate ad operatori esterni, spesso multibrand, che non hanno nessun interesse, né capacità, a garantire gli standard di immagine e processo, sempre più stringenti, imposti dalle Case automobilistiche. E poiché il valore del brand passa anche per la rete esterna, un incremento del suo peso porrà certamente un problema che i costruttori saranno chiamati a risolvere.