In un periodo di grave crisi produttiva globale, caratterizzato da una mancanza di prodotto in concessionaria mai vissuta in precedenza, quello delle auto usate diventa un business imprescindibile per i dealer e, in generale, per tutta la filiera automotive.
Anche l’usato, ovviamente, non è esente dalla crisi, ma di sicuro costituisce una leva fondamentale per i concessionari di ogni dimensione. Quali sono i numeri e i trend del comparto? Lo approfondiamo in questo articolo.
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I NUMERI DELLE AUTO USATE
Se per tutto lo scorso anno, l’usato si era dimostrato un settore anticrisi, negli ultimi mesi la situazione è cambiata: la crisi dei chip ha influito anche sui piazzali delle auto usate, che si sono svuotati inesorabilmente. Fatto sta che i numeri sintetizzano bene lo stato dell’arte: a ottobre i passaggi di proprietà delle quattro ruote, al netto delle minivolture, hanno chiuso con un calo del 12,6% rispetto allo stesso mese del 2020 (fonte: ACI).
Quindi un decremento, ma di misura minore, rispetto al -35% del mercato del nuovo. Ciò significa che quello delle auto usate rimane un settore dinamico. Anche qui i numeri ci vengono in aiuto: per ogni 100 auto nuove ad ottobre sono state vendute 252 auto usate, e da inizio anno la proporzione è 100 vs. 192. I dealer, quindi, in questo momento devono gioco forza puntare sull’usato.
I TREND DELL’USATO
Della mancanza di prodotto abbiamo già parlato: ma quale meccanismo si è innescato in questi mesi? Semplice, la crisi produttiva del nuovo ha generato automaticamente un numero esponenzialmente minore di permute in concessionaria, fattore cui si aggiunge anche la scarsità di veicoli provenienti dal noleggio a breve termine, che di fatto lo scorso anno, a causa della pandemia, ha ridotto considerevolmente le immatricolazioni.
Al tempo, stesso, però, l’usato evidenzia altri due fattori: l’aumento di interesse da parte della clientela, determinato dalla convenienza delle auto usate e dal rinnovato desiderio di muoversi con un mezzo personale, e, di conseguenza, dato che la domanda è più alta rispetto all’offerta, prezzi medi più elevati.
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L’IMPORTANZA DELLE ASTE ON-LINE
In questo contesto, le aste on-line stanno diventando uno strumento indispensabile per gli operatori B2B, non solo per vendere ma anche per comprare auto. Come spiega Basilio Velleca, responsabile della divisione Automotive di CWS Digital Solutions, le aste sono ormai “un riferimento per i player del renting e i concessionari”, ma in generale lo sono per tutta la filiera.
L’ultimo studio di CWS Digital Solutions, effettuato su alcune delle principali società di aste di veicoli d’occasione in Italia (ADESA, Autorola e BCA), evidenzia che rispetto al 2020, che comunque aveva dimostrato la tenuta del settore, nel 2021 i volumi delle aste sono destinati a crescere del 16,3%, con un totale stimato di 29.300 veicoli venduti. In crescita anche il fatturato, che supererà i 295 milioni di euro.
In questo contesto, il canale dei dealer rappresenta circa il 30% sul totale delle unità vendute dalle Case d’asta. In vista del futuro, conclude Velleca, “le società d’asta, pur avendo un Dna B2B, stanno guardando sempre più al canale dei privati come fonte alternativa per acquisire i veicoli”. Si tratta di un altro fattore accelerato dalla crisi produttiva del nuovo.
Nonostante la congiuntura attuale, però, le prospettive di CWS sono positive. “Per il 2022, stimiamo che il canale delle aste possa superare le 30mila auto vendute, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro, e che i prezzi medi ponderati si ridurranno, stabilizzandosi su cifre comunque superiori a quelle pre Covid”.